Così Zingaretti e Macron si uniscono contro i sovranisti

Nicola Zingaretti ed Emmanuel Macron ragionano su un modo per frenare i sovranisti. Ora spunta una sorta di Ulivo in versione europeista

Così Zingaretti e Macron si uniscono contro i sovranisti

Nicola Zingaretti ed Emmanuel Macron sembrano avere poco in comune, ma non è così. I due, nonostante le apparenti differenze ideologiche, devono giocare di sponda. Nel paniere delle scelte possibili, che è comune a entrambi, non sono rintracciabili troppe altre opzioni.

Il Partito Democratico e La Republique En Marche sono, tra i partiti progressisti dell'Ue, quelli sondati su percentuali migliori. Le rilevazioni per il rinnovo del Parlamento europeo raccontano di una possibile debacle del Pse. Queste due formazioni potrebbero rappresentare una parziale eccezione. Poi, come la chiama Repubblica, c'è quella "paura in comune": il rischio che il sovranismo, tanto in Italia quanto in Francia, assuma connotazioni maggioritarie. Matteo Salvini e Marine Le Pen hanno trovato la quadra da tempo. Sono anni che parlano tra di loro e adesso il leader del Rassemblement National, stando ai prospetti sondaggisti, potrebbe scavalcare l'inquilino dell'Eliseo.

Sedersi attorno a un tavolo collegiale, insomma, rappresenta un passaggio obbligato per i dem e per i macronisti d'Oltralpe. É accaduto in queste ore: Stanisla Guérini, una sorta di plenipotenziario macroniano, ha fatto visita al segretario del Pd e ad altri dirigenti. L'obiettivo è la costituzione di una specie di Ulivo in salsa europeista, una coalizione più allargata possibile - come si apprende dalla fonte citata - che vada dagli ambientalisti dei Verdi ai socialisti, passando pure per il fronte liberal - democratico. Poi, una volta raggiunto un peso specifico non trascurabile, si potrà ragionare sul da farsi.

C'è uno scenario preciso da scongiurare: bisogna evitare che il Ppe e il fronte sovranista diano luogo a una dialettica in grado di edificare una maggioranza parlamentare del tutto inedita.

E per farlo, Guérini e Zingaretti sembrano aver posto le basi per la riedizione di un centrosinistra onnicomprensivo. Ma a decidere, alla fine, saranno le trattative post - elettorali e, prima e soprattutto, gli elettori.

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