Cosa ne sarà di un bimbo che vivrà fino a 140 anni?

La scienza ci regalerà una vita più lunga. Oggi brindiamo alla notizia ma che ansia l'idea di festeggiare il centesimo compleanno di nostro figlio...

Cosa ne sarà di un bimbo che vivrà fino a 140 anni?

Time di questa settimana ha un titolo e una copertina a sensazione, ma con argomenti ben suffragati: «Questo bambino potrebbe vivere fino a 142 anni», dice, esibendo il volto più attonito che soddisfatto di un infante. L'ipotesi supera persino l'ottimistica previsione di Silvio Berlusconi, che ipotizzava una durata della propria vita non ricordo se a 120 o a 130 anni.

Pare che la notizia sia fondata e non soltanto nelle possibilità dei molto ricchi. Un nuovo farmaco ha permesso alla cavia Mouse UT2598 di battere ogni record: l'aspettativa di vita di un topo è di 2-3 anni, mentre lui ne ha campati 4. La meraviglia è che, giunto a quella veneranda età, Mouse UT2598 (il dio dei topi lo abbia in gloria) aveva ancora l'aspetto di un giovane in salute. Il principio attivo del farmaco si chiama rapamicina, e rafforza la convinzione medica che si possa trattare l'invecchiamento per quello che è, ovvero una malattia curabile.

In realtà la stiamo già curando fin dall'origine dell'uomo, quando un individuo poteva contare su una vita media di pochi decenni, che si è andata progressivamente allungando a ritmi sempre più veloci e ravvicinati. Chi nasce oggi negli Stati Uniti, o in Europa, ha una prospettiva di vita di 20 anni più lunga di chi è nato nel 1925. Facciamo un esempio concreto sulla mia pelle, affinché nessuno - nonostante l'ottima notizia - sia costretto a gesti scaramantici scomposti. Mio padre, nato nel 1919, ha vissuto 74 anni. Significa che ho buone probabilità di arrivare fino a 94, e mi si allarga il sorriso. Mia madre - cara mamma, quanto ti voglio bene - è sempre del 1919, oggi ha 95 anni e sto cominciando a pensare ai festeggiamenti per il centenario. Significa che io potrei arrivare a 120?

A questo punto comincio a capire l'espressione perplessa dell'infante in copertina. Vale davvero la pena di vivere tanto a lungo mettendo in conto di passare almeno mezzo secolo in condizioni non proprio ottimali, per usare un eufemismo? E che mi dite della mente? È ormai assodato che stress, tensioni, ansia, depressione incidono anche sul benessere fisico. Se riesci a placare ansia e stress ne hai un beneficio dal punto di vista del cuore e della pressione: le ultime ricerche - spiega Time - suggeriscono che l'atteggiamento mentale può addirittura curare il corpo e rallentarne l'invecchiamento. Sì, ma nessuno ci proteggerà dall'ansia e dallo stress. E, quanto alla depressione, me la vedo aumentare, una volta raggiunto il traguardo dei 100 anni.

Inoltre l'allungamento medio della vita, che tutti noi festeggiamo con gioia, porta con sé anche enormi problemi sociali. Già oggi, per la prima volta nella storia nei Paesi occidentali, i sessantenni sono più numerosi dei quindicenni, e facciamo fatica a pagare le pensioni. A quale età si potrà andare in pensione, per mantenere a riposo un enorme numeri di vegliardi? A occhio e croce, non prima degli 85 anni. E molto probabilmente la vita adulta inizierà molto più tardi, con un'adolescenza interminabile e gli studi protratti ben oltre i 30. Come sarà festeggiare non un genitore, ma un figlio centenario? A quale età la biogenetica porterà la possibilità di diventare madri? Potremo mantenere la maggiore età a 18 anni e considerare che la maturità inizi a 60?

Oggi brindiamo, e giustamente, alla

copertina di Time , ma saranno questi i problemi che dovranno affrontare le prossime generazioni, in un cambiamento fra i più importanti che l'umanità abbia avuto. Personalmente, intanto, mi accontento di arrivare a 100.

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