Courmayeur senz'acqua. Turisti in coda ai market e disdette negli hotel

Il sindaco: "Danni rilevanti all'acquedotto". La ripresa dell'erogazione attesa a breve

Courmayeur senz'acqua. Turisti in coda ai market e disdette negli hotel
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Essere al centro dell'attenzione è da sempre cosa gradita a Courmayeur, ma restare senza acqua per quasi tre giorni, alla viglia di ferragosto, quando gli abitanti lievitano da 2.700 a quasi 30mila, non è fra le ragioni per cui finire in prima pagina. Passi che si parli del monte Bianco, sconsigliato dal lato italiano per il ribollir dei ghiacci e addirittura vietato oltralpe, da quel peperino di sindaco francese, che ha pure messo una cauzione di 15mila euro a chi si ostini a tentarlo. Passi anche quell'altro ghiacciaio che perde pezzi, ma ha il record di essere il primo monitorato in Italia. Tutti predicano resilienza e un'evacuazione con l'elicottero dalla val Ferret è ormai quasi routine. Tu chiamalo, se vuoi, understatement alla valdostana che mixa bene i riflettori del jet set e le pile frontali di chi sale quassù soltanto ed ancora per amor d'alpinismo.

La bomba d'acqua di tre giorni fa poteva avere una cronaca ben diversa. Il versante di Rochefort è smottato e un'onda di detriti e rocce ha prima ostruito, poi fatto esondare il torrente. Quindi ha invaso la strada che sale a Planpincieux, intaccando anche le fondamenta di un piccolo ponte sotto al quale scorrono i tubi dell'acquedotto appollaiato a Meyen. Bilancio? Solo paura e due auto con 4 persone intrappolate in mezzo alla melma. Poi si sono contate anche 60 persone da evacuare che sono state prima ospitate a «monte» della frana, quindi elitrasportate ieri a valle. Tutti felici, grati della tempestività degli interventi e della generosità di chi ha aperto alberghi, il golf club, le case. Il lieto fine però ancora non c'è: quel tubo divelto ha lasciato senza acqua potabile prima le frazioni sul versante sinistro della valle, Entreves, Villair, La Palud, Plan Gorret, Verrand. Poi, ieri, anche Dolonne e Larzey. Quindi anche «downtown» le vasche si sono esaurite.

«La situazione è critica, ci serve tempo, i danni sono importanti» ha spiegato il sindaco Roberto Rota. Un by pass con un grosso tubo è stato previsto e dovrebbe entro oggi riportare verso la normalità, mentre ieri sera l'acqua era già tornata a scorrere nelle frazioni, ma non in centro. Anche la strada per la val Ferret è stata riaperta, con due finestre temporali, per permettere a chi è stato sfollato di riprendere le proprie cose. Nel frattempo in città l'umore è cambiato. Gli hotel hanno fatto come hanno potuto, come spiega Stefano Cavalieri, presidente dell'associazione albergatori: stoviglie di carta, via i primi dal menù, acqua confezionata per i bagni. «Non è colpa di nessuno»: e invece per tutta risposta, però, le disdette stanno toccando in alcuni alberghi il 50% e c'è anche chi ha deciso di interrompere la vacanze, perché senz'acqua non si può.

I villeggianti, lamentando di non essere stati avvertiti, hanno però preso d'assalto i supermercati, nonostante la protezione civile avesse allestito due punti di distribuzione di acqua, arrivata con le autobotti. La fila era lunga al piazzale della funivia: padri vestiti come i figli, con occhi grandi per questa nuova avventura, signore che al piazzale si spingono solo per il mercato antiquario settimanale.

Nessuna bancarella, per tutti la stessa merce, pure incredibilmente, gratis: due bottiglioni con 10 litri d'acqua.

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dove di solito si chiede della festa più trendy si susseguivano richieste del tipo «Ma è pericoloso salire, mancano i servizi essenziali?». No, basterà bollire l'acqua. Siamo in montagna: serve pazienza. Anche a Courmayeur.

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