Torna il tampone molecolare obbligatorio all'aeroporto di Malpensa per chi arriva dalla Cina. La nuova disposizione - richiesta dall'Ats Insubria alla luce dell'elevato numero di infezioni da Covid nel Paese del sud est asiatico, dove sono state allentate le restrizioni poco prima del capodanno cinese, quando milioni di persone si mettono in viaggio - sarà valida fino al 30 gennaio, salvo diversa rivalutazione della situazione epidemiologica.
Dopo tre anni di stop, il via libera starebbe provocando - secondo la Bbc - almeno 5mila morti e oltre un milione di contagi al giorno. Numeri da capogiro, che preoccupano anche le Borse. È dall'inizio di dicembre, da quando sono state abolite le rigide misure di contenimento a seguito dell'ondata di proteste della gente, che si sta registrando un'esplosione del numero di casi e di decessi. Anche se è difficile avere stime esatte perché qualche giorno fa le autorità di Pechino hanno deciso di interrompere la diffusione dei dati. E secondo la società di ricerca britannica Airfinity la situazione rischia di peggiorare ancora: la nuova ondata di Covid potrebbe provocare 3,7 milioni di infezioni al giorno a metà gennaio nelle aree dove i casi sono attualmente in aumento più rapido, cioè a Pechino e nella provincia meridionale del Guangdong, per arrivare, in marzo, a 4,2 milioni di casi al giorno nelle altre province. La sospensione dei test di massa e di conseguenza lo stop al sistema di tracciamento della malattia, insieme alla liberalizzazione degli spostamenti, rischia di trasformarsi in un disastro globale. Tanto che anche il Giappone ha annunciato una strategia di difesa. Per decisione del premier Fumio Kishida, a partire da venerdì i viaggiatori provenienti dalla Cina saranno obbligati a fare un tampone e i positivi dovranno sottoporsi ad una quarantena di 7 giorni. Tokyo sta anche valutando limitazioni al numero dei voli provenienti dalla Cina, da Hong Kong e Macao. Anche l'India gioca in difesa, pretendendo un test negativo da chi arriva dalla Cina, oltre che da altri Paesi. In Italia è stata la Regione Lombardia a muoversi per prima. I tamponi per chi arriva a Malpensa sono una misura di prevenzione che serve anche ad accertare, grazie al sequenziamento, il tipo di variante di chi arriva dal Paese asiatico. Il resto dell'Unione europea, al momento, non ha preso alcuna misura. Anche se, ha avvertito un portavoce della Commissione, «è stato mantenuto un freno di emergenza che potrebbe essere attivato, se necessario, per reintrodurre le restrizioni».
Il primo a chiedere una
«barriera», con controlli e restrizioni in Italia, è stato Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova: «Quello che rischiamo oggi è molto peggio di quanto accadde con Wuhan».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.