"I soldi del Mes sono prestiti": scatta l'ira del governo contro Conte

Conte, per il momento, non intende far ricorso al Mes. La sua decisione ha aperto crepe nella maggioranza. La soddisfazione di FdI e Lega

"I soldi del Mes sono prestiti": scatta l'ira del governo contro Conte

Sono bastate poche e semplici frasi del premier Conte sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, fatte nel corso della presentazione dell’ultimo Dcpm per creare un inaspettato scossone politico che potrebbe cambiare gli equilibri anche nella maggioranza giallorossa.

Il presidente del Consiglio, rispondendo alle domande dei giornalisti ha precisato perché, almeno per il momento, non intende fare riscorso allo strumento tanto discusso: "Senza pregiudizi ideologici ho spiegato che se avremmo avuto bisogno per un fabbisogno di cassa c'è anche il Mes. Ma se questo non accade prendere il Mes per risolvere un dibattito pubblico non serve". Anzi, ha proseguito Conte, "i soldi del Mes sono dei prestiti e non possono finanziare spese aggiuntive. Se prendiamo i soldi del Mes dovrò intervenire con nuove tasse e tagli di spese”. “Il Mes - ha concluso il premier - ha un rischio, lo 'stigma', non quantificabile: Sure l'hanno preso una decina di Paesi, il Mes nessuno".

Le parole del presidente del Consiglio hanno scatenato l’entusiasmo di Lega e FdI, partiti da sempre contrari all’utilizzo del Mes. Molto critica la posizione di Pd e Iv, che del governo Conte fanno parte, a cui non è piaciuta la chiusura del premier.

Le critiche a Conte

"Credo che un tema come il Mes vada affrontato nelle sedi opportune e non con una battuta in conferenza stampa, perché questo porta uno strascico di polemiche che non è in sintonia con la volontà che abbiamo di dare punti fermi agli italiani", ha precisato il segretario dem, Nicola Zingaretti. "Credo - ha proseguito - che in un momento così delicato, con il coronavirus che angoscia milioni di italiani bisognerebbe evitare polemiche. Questo clima che stiamo tentando di costruire di solidarietà tra forze di governo è un grandissimo valore aggiunto. Le polemiche sono un errore". Il viceministro dell'Economia, Antonio Misiani, su Radio24 ha spiegato di rispettare il pensiero del premier "ma noi siamo più positivi sull'utilizzo di questo strumento, guardando pragmaticamente a come può essere utile. C'è un eccesso di ideologia attorno a questo strumento".

La mossa di Forza Italia

Sul fronte del Sì al Mes si schiera anche Forza Italia, da sempre favorevole all’utilizzo dello strumento per affrontare la crisi economica. "Il Mes sono 36-37 miliardi che possono essere utilizzati per mettere a regime il nostro sistema dei trasporti e i nostri ospedali", ha attaccato Antonio Tajani, vicepresidente degli azzurri. "Sono soldi disponibili dal primo di giugno- ha aggiunto- e costano meno dei titoli di stato e meno dei soldi del Recovery fund. Conte deve fare contento Grillo". In una nota il deputato di Forza Italia Sestino Giacomoni, membro del coordinamento di presidenza del partito azzurro, ha rilanciato: "Condividiamo le parole pronunciate dal Presidente dell'Ania, Maria Bianca Farina, durante l'assemblea nazionale: 'Occorre un cambio di passo anche ideologico, non più rinviabile per ricostruire la fiducia ed evitare il declino del Paese’. È anche l'auspicio di Forza Italia. Speriamo che Conte ascolti e comprenda, rivedendo la sua posizione 'ideologica’ sul Mes".

Da FI, però, non solo parole ma anche azioni concrete. Questa mattina il partito azzurro ha depositato in Commissione finanze a Montecitorio una mozione per impegnare il governo a porre in essere "con la massima sollecitudine ogni iniziativa di competenza finalizzata ad attivare la richiesta Pandemie Crisis Support (PCS) prevista dal MES per potenziare la sanità di territorio, per finanziare maggiori investimenti - anche tramite il ricorso al partenariato pubblico-privato - in edilizia sanitaria e ridisegnare il sistema sanitario nazionale su indicazione dei fabbisogni individuati da ciascuna Regione, rafforzando l'organizzazione e la gestione dei servizi sanitari delle Regioni ai sensi dell'art. 117 della Costituzione".

Le posizioni di Renzi e Di Battista

Duro il giudizio di Matteo Renzi che su Facebook ha bollato come "un grave errore" la posizione del presidente del Consiglio sul fondo Salva-Stati. "Dicendo no al Mes il Premier Conte fa felici Meloni e Salvini, ma delude centinaia di sindaci e larga parte della sua maggioranza. Il tempo dimostrerà come questa decisione sia un grave errore politico e soprattutto un danno per gli italiani", è il messaggio lanciato sul social dal leader di Iv.

In casa M5s per il momento vince la cautela. L’unico che ha espresso soddisfazione per le parole di Conte è stato Alessandro Di Battista, il duro e puro dei pentastellati. "Conte ha liquidato il Mes. Restano con l'amaro in bocca i Salvini e le Meloni che pensavano di lucrare elettoralmente su questo punto. Si incartapecorisce ancor di più il Fu Matteo Renzi che dovrà trovare un altro argomento per i suoi latrati quotidiani che lo auto-illudono di esistere ancora politicamente. Il Movimento da sempre si è dichiarato contrario al Mes e ne va dato atto", ha scritto l’ex parlamentare su Facebook.

Il plauso di Fdi e Lega

Grande soddisfazione per quanto sostenuto da Conte è stata espressa da Giorgia Meloni: "Il Mes non e' un regalo, il presunto risparmio è assai risibile e se decidessimo di prendere i prestiti del Mes i mercati ci vedrebbero come appestati", è il messaggio della leader di Fdi postato sui social. Alberto Bagnai, senatore e responsabile economia della Lega, ha affermato: "Il presidente Conte in conferenza stampa ha ammesso che il Mes è un debito inutile e pericoloso, dando ragione a quanto sostenuto fin dall'inizio dagli economisti della Lega". "Il Mes- ha continuato- è un debito eccessivamente oneroso di cui il Paese non ha bisogno. Per aver difeso queste posizioni di buonsenso la Lega è stata dipinta come estremista e antieuropeista. Ora che il presidente Conte si è espresso, ci aspettiamo le scuse da parte degli hooligan del moderatismo".

Bagnai ha poi garantito che la Lega "continuerà a opporsi risolutamente e costruttivamente a quanto danneggia gli interessi del Paese. Se la maggioranza deve chiarirsi le idee su questo tema, lo faccia e poi si volti pagina, consentendo al Paese di adottare una strategia sensata di finanziamento della ripresa".

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