Covid in calo, ma i morti superano i 170mila

Dal 2020 la pandemia ha provocato una media di 3.200 vittime al mese

Covid in calo, ma i morti superano i 170mila

Con 6mila casi in meno rispetto alla scorsa settimana e contagi dimezzati rispetto a domenica, la fiammata estiva di Covid sembra aver finalmente invertito la rotta, per cominciare la fase calante della curva. Si chiama plateau, ed è il momento in cui i nuovi casi diminuiscono ma, per ovvie ragioni, restano ancora alti ricoveri e decessi. Tra un paio di settimane dovrebbero scendere anche quelli.

Come mai un'ondata così rapida? Tutto è legato alla velocità della variante Omicron 5: più persone ha infettato (nella maggior parte dei casi con forme simili a raffreddori e faringiti) più ne ha immunizzate. «Con 100-150mila casi al giorno, probabilmente sottostimati della metà, quindi 300mila casi al giorno, dopo un mese di trasmissione il virus ha infettato o sta per infettare tutto quelli che poteva contagiare - fa i conti Andrea Crisanti direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova - Dunque, diminuendo la popolazione suscettibile, la dinamica di trasmissione del virus è in calo».

Cosa dobbiamo aspettarci ora? È finta o arriverà una nuova variante in autunno dopo che il Covid è arrivato a contare 170mila vittime (una media di oltre 3mila decessi al mese)? «Siamo in una fase di transizione tra quella che è stata la pandemia e un andamento endemico. Purtroppo dovremo convivere con questo virus - sintetizza il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi - Dobbiamo immaginarci però il presente con onde di salita e di discesa che si susseguiranno nel tempo, in funzione delle varianti e delle condizioni metereologiche più o meno favorenti. Salvo l'arrivo, poco probabile, di una variante particolarmente patogena, ci aspettiamo nel futuro un andamento con onde come quelle di un sasso in uno stagno, quindi con un lento digradare, ma su scala purtroppo pluriennale». In questa fase di passaggio è fondamentale la quarta dose per i fragili e gli anziani per tenere «svegli» gli anticorpi in attesa di un vaccino aggiornato.

A questo giro di Covid, la situazione degli ospedali (che fortunatamente non sono arrivati a riaprire i reparti Covid come ipotizzato qualche settimana fa) è diversa rispetto alle ondate precedenti. L'80% di chi va in ospedale non ci va per la polmonite da Covid, ma per cause diverse che in genere provocano una maggior lunghezza di ospedalizzazione.

«Penso all'ictus, all'infarto, agli interventi chirurgici, ai traumi, alle persone anziane che hanno problemi diversi - spiega l'infettivologo Matteo Bassetti, San Martino di Genova - Ed è chiaro che questo carico che abbiamo in pancia negli ospedali italiani (circa 11mila ricoverati) crescerà ancora molto e soprattutto resterà molto a lungo così pesante». Mentre si gestisce lo scemare dell'ondata, è fondamentale prepararsi all'autunno.

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