Covid, parte l'assalto a Schillaci: cosa ha detto davvero sul bollettino

L'annuncio del ministro della Salute: basta bollettino quotidiano e reintegro dei sanitari no vax. Crisanti e la sinistra polemici. Ma l'Ordine dei medici concorda

Covid, parte l'assalto a Schillaci: cosa ha detto davvero sul bollettino

Datevi una calmata. Ma proprio nel senso fisico del termine: mettetevi comodi, fate un respiro, bevete un poco d’acqua. E poi tornate a leggere le agenzie, valutare le dichiarazioni, analizzare i fatti. Nemmeno il tempo di fare un paio di annunci sul “cambio di metodo” nella gestione del virus che subito da sinistra è scattata una sorta di fallo di reazione nei confronti del governo Meloni. Il tutto in modo un po’ strumentale, se ci è permesso dirlo.

Partiamo dalle notizie fresche fresche. Il neo ministro Orazio Schillaci ha deciso di modificare la strategia di comunicazione sul Covid: niente più bollettini quotidiani (“Covid, oggi 20mila contagi e 30 morti”, avete presente?) ma settimanali; e poi reintegro dei medici non vaccinati nelle corsie degli ospedali. Apriti cielo. Per Andrea Crisanti si tratta di una “decisione politica inutile” e anzi lui emetterebbe un bollettino ogni mezza giornata. Sandra Zampa ritiene “rischiosa e ideologica” la scelta di togliere le mascherine in ospedali e Rsa (peccato non l’abbia ancora previsto nessuno). E Walter Ricciardi, padre putativo del "modello Speranza", si dice “molto perplesso” per lo stop ai dati mentre considera “un errore gravissimo inoltre far tornare i sanitari non vaccinati a lavorare”. E poi non parliamo di Repubblica, La Stampa e via dicendo.

Calmi tutti: nessuno pensa di cancellare il coronavirus con la bacchetta magica. È solo questione di “cambiare approccio”. Schillaci (che non ci pare un Puzzer 2.0) ha detto chiaramente che il “progressivo ritorno alla normalità” (frase più volte usata pure da Draghi) non si trasforma in un liberi tutti. Ogni decisione sarà “ispirata a criteri di responsabilità e rispetto delle norme vigenti”. Infatti nessuno “cancella” d’imperio i dati sui contagi: verranno solo rarefatti, da uno al giorno a uno a settimana, pur garantendo alle autorità competenti (cioè gli epidemiologi del Cts) di “acquisire in qualsiasi momento le informazioni necessarie al controllo della situazione e all’adozione dei provvedimenti del caso”. E comunque il tutto è stato fatto “in base alle indicazioni prevalenti in ambito medico e scientifico”. Schillaci insomma non s’è svegliato stamattina con un odio malcelato per il bollettino. Sono d’accordo con lui diversi esperti (Gismondo, Bassetti, ecc ecc), ivi inclusi l’Ordine dei medici e quello dei farmacisti. Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), dice da tempo che il bollettino “settimanale” è più utile di quello “quotidiano”. Il motivo? “È il tempo di ragionare sui trend e non sui dati giornalieri che spesso creano confusione soprattutto dopo il weekend”.

Lo stesso dicasi per la scelta di riammettere in corsia i medici non vaccinati. Gli ospedali hanno fame di personale e tenerli fuori era diventato ormai controproducente. Anche qui, sono gli Ordini professionali ad applaudire a questa “scelta di ampio respiro e fortemente pragmatica”. “Si accelera il ritorno alla normalità - dice il presidente del Fnomceo Franco Anelli - e si diffonde un messaggio di tranquillità alla società tenendo conto delle condizioni epidemiologiche e della storia della malattia, che oggi consentono un approccio più morbido nella gestione del Covid".

Direte: sì, ma Mattarella è intervenuto a gamba tesa per richiamare all’ordine il governo. Forse. O forse è normale che in occasione dei “Giorni della Ricerca” il capo dello Stato parli di Covid ricordando che “normalità” non significa chiudere gli occhi. Tuttavia, “responsabilità e precauzione” nessuno le ha mai messe in dubbio. Meloni nel suo discorso non ha escluso una nuova ondata o l'arrivo di una seconda pandemia. Solo che verranno affrontate diversamente.

In fondo i dati mostrano che l'impennata di ottobre sembra spegnersi pian pano e lo stato di emergenza è stato sospeso da ormai sei mesi.

La cosa vorrà pur dire qualcosa, o no? Gli elettori hanno scelto il centrodestra che aveva promesso loro un cambio di passo sulla gestione del virus. È giusto che il governo agisca di conseguenza. Per dirla con le parole del premier: seguiremo la scienza, ma senza considerarla una religione.

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