"Gianroberto Casaleggio, per tutti gli anni in cui l'ho conosciuto, mi ha fatto un solo e unico regalo: un libro che si intitolava ‘L'elogio della cravatta’, di Mariarosa Schiaffino, era stato colpito dal fatto che la indossassi sempre, ogni volta che andavo da lui, e mi propose di approfondire il significato del tipo di nodo, perché anche il nodo della cravatta per lui e per quel libro era comunicazione". Lo ha detto ieri al Tempio di Adriano, a Roma, Luigi Di Maio prima di fare il gesto che ha sancito la sua rinuncia alla leadership del Movimento 5 Stelle. Togliersi la cravatta.
La stessa che ha "contraddistinto" il suo "operato da capo politico" e che per l’enfant prodige di Pomigliano D’Arco ha "sempre rappresentato un modo per onorare la serietà delle istituzioni della Repubblica e il contegno che deve avere un uomo dello Stato". All’indomani del passo indietro che ha dato l’ennesimo scossone al governo la cravatta bordeaux di cui Di Maio si è disfatto con un gesto quasi liberatorio è diventata un cimelio, approdando negli uffici del Movimento 5 Stelle a Montecitorio.
Appoggiata su una campana di vetro, come a cristallizzare la fine di un’epoca. Le fanno compagnia, sull’antica madia di noce che conserva i ricordi dell’attività politica del Movimento, le foto della marcia da Perugia ad Assisi di Grillo e Casaleggio per chiedere il reddito di cittadinanza, lo spumante targato "bye bye vitalizi" e il cartellone stradale per celebrare la legge "spazzacorrotti". Un gesto, quello della cravatta che ha colpito tutti. Persino il premier albanese Edi Rama, che oggi a Roma ha visto il premier e il ministro degli Esteri, e ha ironizzato con Giuseppe Conte sul fatto che oggi Di Maio portasse la cravatta durante la riunione alla Farnesina. "Ieri l'ha tolta, oggi l'ha rimessa, subito", ha sorriso il primo ministro italiano.
Il segnale che è arrivato in casa pentastellata, invece, è quello di darsi da fare per risollevare le sorti di un partito ormai alla deriva, tra transfughi e batoste elettorali. "Servono di nuovo battaglie che ci uniscano in un orizzonte valoriale comune e gli Stati Generali sono per questo un appuntamento che aspetto da tempo, togliamoci tutti la cravatta e rimbocchiamoci le maniche", ha scritto su Facebook la capogruppo del M5S al Comune di Torino, Valentina Sganga.
E sull’atto simbolico dell’ex capo politico dei Cinque Stelle è intervenuta anche l’autrice del libro citato da Di Maio, spiegando il perché del gesto.
"È un simbolo di potere e ricchezza, non a caso la portavano i nobili alla corte di Luigi XIV", ha spiegato Irvana Malabarba intervistata da Un Giorno da Pecora, su Radio Rai 1. Toglierla "vuol dire rinunciare al potere", continua la scrittrice. Che però ci tiene a precisare: "Sono una studiosa di cravatte e non una psicologa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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