Pare che Trump abbia deciso di essere visto agli occhi del mondo come un nuovo «elargitore» di grazie. E che il perdono non resti prerogativa di pochi. Sembra, infatti, che Trump stia preparando le carte per graziare alcuni militari Usa accusati di aver commesso crimini di guerra. Appena chiusa la vicenda della concessione di grazia a Conrad Black, ex magnate dei media che aveva pubblicato un libro generoso su Trump, arriva questa nuova sorpresa: secondo il New York Times, venerdì la Casa Bianca avrebbe richiesto al Dipartimento di Giustizia i dossier necessari per procedere alle grazie di diversi membri delle forze armate. Le richieste sarebbero state inviate il giorno prima della celebrazione dell'Armed Forces Day, giorno dedicato alle forze armate, in previsione del Memorial Day del 27 di maggio, giorno in cui l'America rende omaggio ai caduti in guerra. Tra le richieste di documenti per la grazia (a parlare funzionari Usa che hanno scelto l'anonimato), ci sarebbe quella di Edward Gallagher, capo delle operazioni speciali dei Navy Seals. Accusato di aver sparato a civili disarmati e dell'uccisione di un prigioniero nemico in Irak, Gallagher dovrebbe essere processato nelle prossime settimane. Gli altri file dovrebbero contenere il caso di un ex appaltatore della sicurezza recentemente dichiarato colpevole di sparatorie verso iracheni disarmati nel 2007; il caso del maggiore Mathew Golsteyn, berretto verde dell'esercito accusato di aver ucciso un afghano disarmato nel 2010 e il caso di un gruppo di cecchini dei Marines che avevano urinato sui cadaveri di combattenti talebani morti. I documenti potrebbero contenere casi di altri militari.
I membri delle forze armate accusati di crimini di guerra sono stato sostenuti da legislatori conservatori e molti hanno spinto affinché Trump intervenisse. Per la giustizia americana si tratta di persone condannate o in attesa di giudizio per crimini di guerra. I file includono dettagli sulle accuse penali o lettere che indicano pentimento.
La concessione di grazia ai militari accusati di aver commesso crimini di guerra, però, non sarebbe un fulmine a ciel sereno. Già in passato, infatti, Trump aveva concesso delle grazie aggirando i protocolli e i canali tradizionali. Solamente all'inizio di maggio, ha graziato Michael Behenna, condannato per aver ucciso un iracheno durante un interrogatorio nel 2008. Ma il Trump aveva anche graziato alleati, come l'ex sceriffo dell'Arizona Joe Arpaio.
Per l'assemblaggio dei file di grazia ci vogliono in genere mesi, ma i dossier sui militari dovranno essere pronti prima del Memorial Day.
Se la richiesta dei documenti necessari per elargire le grazie mostra un segnale evidente delle intenzioni del presidente, è vero anche che Trump è noto per i suoi cambi di opinione repentini. La Casa Bianca non ha commentato. L'America concederà davvero la grazia ai militari Usa accusati di crimini di guerra? Per saperlo dovremo aspettare il 27.
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