La crisi di governo non riguarda solo l'Italia, ma anche l'Europa.
Perché nei corridoi di Bruxelles è partita la corsa per le nomine dei commissari. E l'Italia, con lo scontro tra i due partiti di governo, rischia di rimanere all'asciutto per quanto riguarda il commissario da esprimere nella nuova commissione guidata da Ursula von der Leyen. Nell'ultimo incontro con la presidente tedesca, Giuseppe Conte aveva mostrato la volontà del governo italiano di avere un commissario "di peso" in campo economico: era questo il termine più usato da parte dell'esecutivo giallo-verde, sia da parte del premier che da parte di Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Ma la crisi fra Lega e Movimento Cinque Stelle complica (e molto) la "battaglia" per l'Europa. Perché gli altri Paesi sono già ampiamente operativi e in anticipo rispetto alla tabella di marcia italiana. Che, adesso, rischia di subire un blocco decisivo. Un'eventualità confermata anche da fonti di Bruxelles all'agenzia Agi, che conferma i dubbi dei funzionari europei e soprattutto il pericolo che il governo italiano in crisi - distratto da questa escalation tra Carroccio e pentastellati - porti a casa un commissario con competenze assolutamente poco interessanti rispetto alle idee dei giallo-verdi.
La data ultima è fine agosto. Ma mentre gli altri Paesi hanno già presentato i propri candidati e hanno procedure molto più snelle per esprimere il proprio candidato in Commissione, per l'Italia il rischio di rimanere impantanati in una crisi estiva complica i già molto deboli piani per Bruxelles. Ursula von der Leyen vuole una rosa di nomi già a settembre per comporre la sua squadra "di governo". Una volta ricevute le candidature, le rispettive commissioni parlamentari competenti vaglieranno i nomi nella prima settimana di ottobre e, a fine ottobre, il Consiglio europeo dovrebbe approvare definitivamente la nuova Commissione europea che dovrebbe entrare in carica il primo novembre.
L'Italia si presenta a questa partita con un governo molto debole. O addirittura inesistente, se la crisi dovesse sfociare nella caduta del presidente del Consiglio. E la questione non è per niente minima, dal momento che partiamo già da una posizione di svantaggio e con gli occhi dell'Unione europea puntati addosso per la manovra economica da approvare nei prossimi mesi. Conte ha assunto solennemente l'impegno con l'Europa di approvare la manovra evitando a qualunque costo la procedura d'infrazione.
Ma se dovesse esserci il rimpasto di governo (per adesso scongiurato dallo stesso Matteo Salvini) e se fosse messo a rischio Giovanni Tria, potrebbe esplodere di nuovo la conflittualità tra Roma e Bruxelles. Una tenaglia che può colpire Palazzo Chigi e che potrebbe anche far desistere Lega e Cinque Stelle dalla caduta del governo: oppure, paradossalmente, accelerarne la fine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.