Critici dell'emergenza, è bufera Bocelli: "Sono stato frainteso"

Il tenore attaccato sui social e da Fedez: "Meglio tacere...". Salvini e l'assenza di mascherine nel mirino del Senato

Critici dell'emergenza, è bufera Bocelli: "Sono stato frainteso"

Non sono negazionisti. Diciamo obiettori della mascherina. Ma se volevano fare clamore ci sono certamente riusciti, organizzatori e ospiti del convegno svoltosi lunedì in Senato sul Covid-19 in cui si sono indossate pochissime mascherine (cosa su cui i questori di Palazzo Madama stanno svolgendo un'istruttoria, come fa sapere il presidente Elisabetta Casellati) non si è messa in discussione l'importanza dell'epidemia che ha sconvolto l'Italia - come molti hanno semplicisticamente scritto - ma si sono criticati i modi con cui viene gestita ora un'emergenza che non c'è più (o quasi). Ma se Vittorio Sgarbi e Matteo Salvini, rispettivamente organizzatore e guest star dell'evento, sono personaggi estremi e divisivi, a pagare lo scotto social della sua partecipazione è stato il cantante lirico Andrea Bocelli, che ha francamente sorpreso per il... tenore del suo intervento, nel quale si diceva «offeso e umiliato» per essere stato costretto a casa nei giorni del lockdown, lui che il Covid lo ha avuto in forma lieve, e confessava di essere talora evaso dalla «quarantena».

Apriti social. Il primo a bacchettare Bocelli è un suo collega, anche se di ben altro genere musicale, Fedez. Che twitta: «Se non conoscete nessuno che sia stato in terapia intensiva e vi permettete di instillare il dubbio che la pandemia sia stata fantascienza vi presento un mio amico che causa Covid ha dovuto subire un trapianto di polmoni a 18 anni. Poi fare silenzio ogni tanto non fa male eh». Seguono salacità varie sui social, alcune delle quali sulla cecità del cantante (una a caso: «Sono evaso dal lockdown ma non ho visto nessuno») in un esercizio sconfortante di body shaming che nulla aggiunge alla querelle e molto toglie al buon gusto. A questo punto Bocelli si accorge del suo passo falso e prova a metterci una pezza. «Evidentemente, succedono cose strane in questo paese», dice alla Milanesiana. E poi: «Mi sono speso fin dal primo giorno con la Fondazione che porta il mio nome per aiutare chi era in difficoltà per il virus. Non sono un negazionista, sono un ottimista».

E che si tratti solo di una gaffe verbale se lo augura anche il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri: «Voglio sperare che il maestro Bocelli sia stato male interpretato», dice ad «Agorà Estate». «Forse - aggiunge - Bocelli voleva esprimere il disagio di ogni italiano che, a causa del lockdown, è rimasto chiuso dentro casa. Non credo sia un negazionista del virus, ma l'eco che è stata data alle sue dichiarazioni pone dei problemi». E di «messaggio inadeguato, con elementi di evidente pericolosità» parla Massimo Galli, professore di Malattie Infettive all'Università degli Studi di Milano. Poi il monito del ministro della Salute Roberto Speranza: «Mascherina nei luoghi chiusi, distanziamento e divieto di assembramento, lavaggio frequente delle mani restano fondamentali anche in questa fase profondamene diversa da quella del lockdown».

Poi ci sono le beffe. Quella dell'agenzia funebre romana Taffo, specializzata in pubblicità genialmente ciniche, che twitta: «Bocelli se proprio volevi scavarti la fossa potevi chiamarci, siamo più discreti». E quella del finto comune di Bugliano, specializzato in fake news, che annuncia il ritiro della cittadinanza al tenore «riduzionista».

Ci cade la Nuova Padania, giornale leghista online, che prima rilancia la burla e poi punta a suo volta sull'ironia: «Abbiamo pensato, visto che la Padania per molti non esiste, di organizzare nel paese che non c'è un corso all'auditorium Bocelli a Bugliano sulle fake news. Segnate sul calendario il 32 agosto». Mah.

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