«Il viadotto Albiano non presenta criticità tali da compromettere la sua funzionalità statica: sulla base di ciò non sono giustificati provvedimenti emergenziali». Firmato, lo scorso agosto, il responsabile Area Compartimentale dell'Anas. Pochi mesi dopo l'iscrizione nel registro degli indagati di ex funzionari e dirigenti di Anas e ministero delle Infrastrutture, insieme a quelli Autostrade per l'Italia e Spea, nell'inchiesta per il crollo del Ponte Morandi a Genova che il 14 agosto di due anni fa uccise 43 persone. I controlli, non fatti, insufficienti o ignorati, il tema dell'inchiesta.
E oggi ci risiamo. Ne è passata di acqua sotto a quel ponte di Albiano Magra, vicino ad Aulla, in provincia di Massa Carrara, in otto mesi. E anche sopra. E oltre all'acqua ci sono passati migliaia di camion, tir, auto, furgoni, moto, sopra quel ponte «ballerino» che sembrava quasi d'essere sulle montagne russe, tanto ballonzolava ogni volta che lo si attraversava.
E, infatti, come previsto il ponte delle polemiche e della paura, ieri alle 10,20 è collassato. Un boato se l'è inghiottito, come successe a Genova. Stavolta però un miracolo: due sole le persone coinvolte. Una quella ferita. Due furgoni transitavano in quel preciso istante: uno della Tim e l'altro del corriere Bartolini. L'autista Tim è rimasto illeso, ma sotto choc, in quanto al momento del crollo era all'imbocco del ponte ed è riuscito a salvarsi. L'altro ha sentito la strada mancare sotto le sue ruote. È Andrea Angelotti che è stato trasportato all'ospedale di Pisa in elicottero e scrive in un post: «Sto abbastanza bene. Ho una frattura ad una vertebra e sono in attesa di sapere se devo essere operato o no. Sono vivo, ma vi assicuro che volare da un ponte che sta crollando non è il massimo».
Se non si è verificata una strage è solo grazie al pochissimo traffico per l'emergenza Coronavirus. Il ponte, di competenza Anas, è lungo circa 300 metri ed è alto 7-8 metri. Si è come «afflosciato» su se stesso: crollando nella sua prima parte ha poi formato delle onde di cemento lungo tutto il suo percorso. «Un boato e poi un suono come di rotolamento di massi», raccontano alcuni abitanti di Caprigliola, che si affaccia sul ponte. Poi un forte odore di gas, conseguenza della rottura di un condotto. Il ponte e tutta l'area sono stati messi sotto sequestro dalla Procura di Massa che ha aperto ovviamente un fascicolo. La ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, ha chiesto una relazione ad Anas e ha istituito una commissione d'inchiesta presso il Mit. I cittadini non sono ingegneri ma gli occhi per vedere ce l'hanno e certe crepe sul ponte le avevano già viste a novembre. Nulla è stato fatto da allora e questo è il risultato. «I primi allarmi risalgono addirittura al 2013, ma caddero nel vuoto», dice Deborah Bergamini di Forza Italia. Nei mesi passati numerosi automobilisti avevano segnalato la presenza di crepe. E a novembre, durante un'ondata di maltempo, se n'era formata una gigantesca. I tecnici dell'Anas intervennero con una toppa, inutile come su di un abito a brandelli. In quei giorni il Comune di Aulla tranquillizzò la popolazione con un messaggio: «Non sussistono condizioni di pericolosità per il ponte» e dunque «il transito dei veicoli non subirà limitazioni». «È stato un crollo annunciato e chi abita qui vicino prima o poi se lo aspettava», dice Fabrizia Santerelli, di casa a pochi chilometri dal ponte.
Il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (FI), ricorda che «ci sono 632 ponti, cavalcavia e viadotti della Toscana che necessitano interventi».
Ma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ovviamente scarica tutte le colpe su Anas, come se lui non fosse governatore da 10 anni.Il misericordioso Ponte di Albiano ha retto sin troppo, fino a ieri, quando ai tempi del Covid-19 serviva solo ad un tecnico ed a un corriere. Risparmiando pure loro. Certo, che anno questo 2020.
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