Sterlina in picchiata, mercati sottosopra, debito pubblico in aumento. Erano anni che il Regno Unito non affrontava un simile clima d'incertezza e instabilità. La crisi economica morde e il governo laburista sembra sempre più in affanno. Ieri la valuta nazionale ha raggiunto il suo punto più basso da un anno a questa parte, mentre il costo del gilt inglese (ovvero il costo del debito pubblico) era a quota 4,93%, il più alto degli ultimi 16 anni.
E mentre per ora il mercato azionario sembra tenere, la crisi di quello delle obbligazioni preoccupa non poco gli economisti britannici che temono che l'esecutivo sia costretto a imporre aumenti delle tasse oppure a tagliare la spesa pubblica con conseguenze devastanti per la popolazione. E' sicuramente un momento difficile per il Cancelliere dello Scacchiere Rachel Reeves, sotto pressione fin da quando ha annunciato la sua prima manovra finanziaria e che era stata invitata dall'opposizione a cancellare il suo viaggio in Cina e a presentarsi in Parlamento per rispondere alle domande dei deputati sulla crisi in atto. Al suo posto ieri - dopo che il ministero del Tesoro aveva diffuso una nota stampa di rassicurazione in cui si affermava che Reeves «manteneva una presa d'acciaio sulle finanze pubbliche» - ha invece mandato il suo vice, Darren Jones che ha sottolineato l'intenzione del Cancelliere di non modificare le regole fiscali attuali. «Al momento non c'è bisogno di alcun intervento d'urgenza - ha dichiarato Jones - e non ci dovrebbero essere dubbi sull'impegno preso da questo governo per garantire la stabilità economica e la solidità delle finanze pubbliche. E questo è anche il motivo per cui le regole fiscali non sono negoziabili».
La regola principale, che la stessa Reeves si è data, è di finanziare la spesa pubblica corrente con le entrate fiscali attese entro il 2029-30, ma l'aumento del rendimento del debito pubblico rischia di mandare a gambe all'aria il progetto del governo mentre le tensioni sui mercati rinfocolano il timore di aumenti delle tasse o di eventuali tagli alla spesa. La Banca d'Inghilterra per ora rimane a guardare, ma ieri il suo vice governatore, Sarah Breeden, ha confermato che i tumulti obbligazionari vengono monitorati continuamente perché «la maggior parte dei movimenti riflettono i fattori globali di quello che sta accadendo sia negli Stati Uniti che in Europa, oltre che qui». Da Edimburgo, dove si trovava ieri per una conferenza, Breeden ha sottolineato il rallentamento nelle attività economiche dovuto anche all'aumento dei contributi a carico dei datori di lavoro che entrerà in vigore da Aprile insieme all'incremento del salario minimo.
Tutte misure annunciate nella Finanziaria che, presentate come provvedimenti a favore dei lavoratori, ora rischiano di avere un effetto boomerang. Sono già centinaia le piccole e medie aziende che hanno deciso di chiudere o di ridurre il personale a causa delle misure introdotte.
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