Crosetto e Tajani in Senato. "Con Kiev ma no ai soldati"

Le minacce che si moltiplicano, il contesto geopolitico costellato da nuovi focolai di crisi, le scintille che rischiano di propagarsi

Crosetto e Tajani in Senato. "Con Kiev ma no ai soldati"
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Le minacce che si moltiplicano, il contesto geopolitico costellato da nuovi focolai di crisi, le scintille che rischiano di propagarsi. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello della Difesa Guido Crosetto intervengono davanti alle Commissioni Esteri e Difesa per dare comunicazioni sulle missioni internazionali dell'Italia e promettono che l'impegno non verrà meno. «Le missioni sono sempre più necessarie in un mondo così complesso e danno forza all'Italia. Il sostegno a Kiev rimane una priorità. Lavoriamo per la pace che però non deve essere la resa dell'aggredito» dice Tajani che sottolinea ance la necessità che «l'Ue istituisca il commissario europeo per la Difesa». Crosetto, citando Antonio Gramsci, rileva che «viviamo in un mondo sempre più grande e terribile». In Ucraina, il ministro esclude «una partecipazione diretta nel conflitto» dell'Italia e della Nato «poiché genererebbe una escalation incontrollata». Sulle missioni Crosetto annuncia che «il prossimo anno forniremo una valutazione. Non possiamo affrontare una missione internazionale come qualcosa di dovuto».

L'intervento di Crosetto riguarda poi la questione degli armamenti. «L'industria della Difesa occidentale è sottoposta a una sollecitazione che nessuno pensava mai di vedere. In Francia hanno applicato una legge applicata, di norma, solo in caso di guerra. La Russia ha riconvertito l'economia in una economia di guerra, utilizzano tutte le risorse per questo e la capacità produttiva di missili, armamenti e munizioni è tre volte quella della Nato». Il ministro sottolinea poi che l'Italia dovrà compiere delle scelte rispetto alla richiesta Nato di arrivare a investire almeno il 2% del Pil in spese militari.

«Il nostro Paese si pone come un partner militare di pregio e lo fa a fronte di un budget nettamente inferiore rispetto a quasi tutti gli Alleati». I dati, puntualizza, sono chiari: l'Italia dall'1,46% del Pil del 2023 scenderà all'1,43 del 2024. Un livello di spesa che ci pone al 24º posto in ambito Nato.

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