Come era inevitabile, la clamorosa denuncia di Guido Crosetto sui pericoli che il governo di centrodestra correrebbe ad opera di iniziative di una «corrente» della magistratura non rimane senza conseguenze, neanche dopo le precisazioni del ministro della Difesa nel corso del suo intervento del giorno dopo alla Camera. Perchè è chiaro che se davvero sta accadendo quanto evocato da Crosetto nella sua intervista al Corriere della sera di venerdì scorso, questo potrebbe configurare più di un reato. E la Procura della Repubblica di Roma non poteva fare finta di niente.
Così ieri Crosetto viene convocato e interrogato personalmente dal procuratore capo Francesco Lo Voi. Il ministro entra a Palazzo di giustizia alle 18,10 e ne esce un'ora e mezza dopo. É una durata modesta, depurata dai tempi tecnici di apertura e rilettura del verbale. Se ne può dedurre che durante l'interrogatorio non si sia entrati nel dettaglio di fatti specifici. Ma è solo una supposizione, visto che da entrambi i fronti - la Procura e l'entourage del ministro - non vengono forniti ulteriori chiarimenti.
Tra i pochi dati certi c'è che l'esponente di Fratelli d'Italia è stato sentito come persona informata sui fatti, ovvero testimone, e che le domande di Lo Voi vertevano tutte sulle recenti esternazioni di Crosetto: l'intervista al quotidiano milanese, la nota autografa del giorno successivo, l'intervento in aula a Montecitorio. Ma, nonostante la rapidità dell'incontro, Crosetto avrà dovuto - e stavolta con tutti i rigori del ruolo di testimone - fornire una interpretazione autentica del suo pensiero, sciogliendo i dubbi che il testo letterale dell'intervista lasciava aperti. Quando parlava di «incontri di una corrente» per organizzare l'opposizione al governo, parlava di convegni pubblici di Magistratura democratica, in cui le critiche all'esecutivo venivano espresse alla luce del sole? O si riferiva a una sorta di complotto clandestino, dove pm di sinistra pianificherebbero agguati a colpi di inchieste e di avvisi di garanzia? Nel primo caso non ci sarebbe nulla di illecito, almeno sul piano penale. Nel secondo sì. Bisognerà ora capire se il doveroso intervento di Lo Voi è stato sufficiente a uscire dal dilemma.
«Non abbiamo niente da aggiungere», ribadiscono dallo staff del ministro. Che per buona parte della giornata di ieri era rimasto impegnato su un altro fronte delicato, quello della nomina a capo di Stato maggiore del generale Roberto Vannacci, finito al centro delle polemiche per il suo libro «Il mondo al contrario».
Crosetto ha ribadito che non si è trattato di una promozione e ha reso noto che all'ufficiale il 4 dicembre è stata notificata l'apertura della seconda fase del procedimento disciplinare, che lo vede incolpato di dieci violazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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