Il cuoco di "4 Ristoranti" in tv ammazzato a colpi di mannaia

Il cadavere di Alessio Madeddu trovato davanti al suo locale. In passato condannato per tentato omicidio

Il cuoco di "4 Ristoranti" in tv ammazzato a colpi di mannaia

Ci sono due possibili piani di lettura per decifrare (o almeno, tentare di farlo) il personaggio Alessio Madeddu, 51 anni, ucciso ieri a colpi di mannaia davanti al suo ristorante «Sabor'e mari» a Teulada Porto Budello sulla costa sud occidentale della Sardegna nella subregione del Sulcis-Iglesiente. La professione di Madeddu era quella di chef in un'epoca in cui dichiararsi semplicemente cuoco è diventato quasi una vergogna: una sorta di diminutio per molti suoi colleghi, ma non per lui che invece delle cinque lettere di «cuoco», profumate di brodetto e frittura di pesce, andava orgoglioso. Per capire il segreto dell'omicidio di Madeddu la strada è duplice.

La prima strada si ferma all'ambito - per così dire - folcloristico di Madeddu: uomo dal carattere genuinamente battagliero che, con quella sua perenne bandana da pirata, poteva ricordare un attivista duro e puro del SNI (Sardigna Natzione Indipendentzia), il movimento politico indipendentista sardo fondato nel 1994. La seconda strada conduce in un labirinto psicologico dai connotati borderline e dagli impulsi violenti; come quelli che nel 2020 lo hanno portato a una condanna di 5 anni per tentato omicidio. Una vicenda assurda: Madeddu viene fermato dai carabinieri per un controllo dopo un incidente stradale, ma rifiuta di sottoporsi al test alcolemico. Fin qui, nulla di eccezionale; eccezionale è invece che, poco dopo, Madeddu torna dai carabinieri e, a bordo di una ruspa, distrugge l'auto dei due militari che si salvano per miracolo.

Basterebbe questo episodio per rendersi conto delle pulsioni non proprio normali del 51enne trovato ieri cadavere all'ingresso della suo ristorante: un locale che è una via di mezzo tra una trattoria ruspante (prezzi modici, porzioni abbondanti, pagamento solo in contanti, niente ricevuta) e un centro specializzato in «ittiturismo» con Madeddu che in estate si trasformava in una specie di Capitan Findus per vacanzieri in cerca di brividi surgelati: allora caricava tutti in barca, portando la facoltosa ciurma a pescare con sé. Col doppio risultato di incassare lui un bel po' di soldi, e di vendere ai ricconi, per poche ore, il brivido di sentirsi dei Santiago a caccia di marlin come ne «Il vecchio e il mare» di hemingwayana memoria.

Per nulla letterarie invece le note presenti nel casellario giudiziario intestato ad «Alessio Madeddu». La fedina penale non è macchiata da condanne supplementari rispetto alla grottesca vicenda della «ruspa e dei carabinieri», tuttavia in più occasioni Madeddu viene citato in indagini «legate ad ambienti di droga». Un contesto che forse non c'entra nulla col suo omicidio ma che gli inquirenti non escludono, al pari di altre possibili piste: usura, vendetta personale, una rapina finita male.

All'interno del «Sabor'e mari» tavoli e sedie celesti, reti da pesca appese alle parete e una gigantografia dello chef Alessandro Borghese che ospitò Madeddu in una puntata del programma «4 Ristoranti».

Il cuoco con la barba da Mangiafuoco fece una bella figura e la sua popolarità a Teulada crebbe parecchio; anche se, alla fine, i suoi compaesani hanno sempre continuato più a temerlo che a stimato. All'ingresso del locale, dove fino a due giorni fa era esposto il menu, ora è attaccato un foglio con scritto: «Locale sottoposto a sequestro giudiziario».

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