"Curavano la nostra sicurezza. Inaccettabili quelle morti"

Il sottosegretario ai Trasporti: "Anche il ministero aprirà un'inchiesta parallela a quella della magistratura"

"Curavano la nostra sicurezza. Inaccettabili quelle morti"
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Onorevole Tullio Ferrante, sottosegretario al Ministero dei trasporti, dall'inizio dell'anno sono oltre quattrocento i morti sul lavoro. Una vera emergenza.

«È inaccettabile che nel 2023 si debba morire sul luogo di lavoro. È straziante sapere che cinque operai sono stati travolti da un treno mentre lavoravano proprio con l'obiettivo di assicurare la sicurezza nella circolazione altrui. L'aberrante piaga delle morti bianche è in cima alle priorità del governo».

Cinque vite spezzate in una notte in un cantiere ferroviario. Si poteva evitare?

«C'è un'indagine in corso presso la procura di Ivrea e mi auguro che l'autorità giudiziaria faccia presto luce su cause e responsabilità della tragedia. Per restituire verità e giustizia alle famiglie delle vittime».

Il ministro Salvini ha annunciato l'apertura di una commissione d'inchiesta.

«Sì, il Mit nominerà presto una commissione che valuterà le dinamiche del tragico incidente. Un'attività istruttoria che si affiancherà a quella che già stanno svolgendo Fs e Rfi. Vogliamo capire cosa non ha funzionato. Pretendiamo di sapere capire come sia stato possibile che i lavori di manutenzione siano stati avviati prima che la circolazione dei treni fosse sospesa, come pur prescrive la legge secondo una procedura molto rigorosa».

Che tipo di controlli sono stati effettuati dal Ministero dei trasporti sul cantiere della Milano-Torino?

«Gli operai stavano eseguendo lavori di manutenzione sulla tratta ferroviaria. In particolare la manutenzione riguardava il cosiddetto armamento (binari, traverse, massicciata). Trattandosi di una tratta trafficata, tenderei ad escludere un problema di carenza di controlli. Ma ripeto ci sono indagini giudiziarie ed amministrative in corso che accerteranno eventuali anomalie».

Altro tema forte, in questi giorni, è quello delle possibili privatizzazioni di infrastruttura strategiche come i porti. Lei condivide la proposta di Tajani?

«È una proposta che parte dalla necessità di trovare risorse finanziarie per combattere la spinta inflazionistica e migliorare il potere d'acquisto delle famiglie con misure strutturali ed efficaci come la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale e l'aumento delle pensioni minime. La sua proposta, come nella natura liberale di Forza Italia, mira altresì ad avviare un dibattito sulla liberalizzazione di alcuni settori economici. Non si è mai parlato di vendere la proprietà dei porti ma di aprire al mercato la gestione di taluni servizi portuali e sempre sotto un rigoroso controllo statale. Peraltro il Ministro Tajani ha parlato anche di liberalizzazione dei servizi come il trasporto pubblico locale ed i rifiuti. Servizi oggi gestiti da carrozzoni pubblici che fungono più da poltronifici per politici in decadenza che da efficaci ed efficienti strumenti di erogazione di servizi di qualità. Sono proposte che arricchiscono il dibattito anche all'interno della coalizione di governo».

Per decongestionare il traffico su gomma è ancora una priorità la cura del ferro?

«In un'ottica di lotta al cambiamento climatico e di transizione ecologica pur secondo canoni e modalità graduali, fare scelte che presuppongano una prospettiva di passaggio da gomma a ferro è elemento centrale e strategico. Il Pnrr, con il suo poderoso contributo in materia di elettrificazione delle linea ferroviaria, di realizzazione e potenziamento dell'alta velocità, di treni ad idrogeno, funge da stimolo importante per centrare questi obiettivi».

A proposito di cura del ferro, il Meridione sconta un ritardo davvero penalizzante rispetto al nord.

«Il governo sta invertendo questo trend. Una delle opere commissariate che ho l'onore di seguire, l'Alta Capacità Napoli-Bari sarà pronta entro il 2027 e consentirà di collegare le due principali città del Mezzogiorno in sole due ore.

Grande impegno anche per l'Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, finanziata in parte con fondi Pnrr. Si tratta di opere che, unite al nostro storico cavallo di battaglia del Ponte sullo Stretto, rappresentano l'emblema di un Sud che corre, che si rilancia, che colma i gap».

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