Dalla nuova fiducia alle elezioni anticipate: ecco i 4 scenari della crisi di governo

Il premier pronto a salire al Colle dopo il non voto del M5S al Senato. Sono quattro le principali ipotesi: ecco cosa può accadere dopo la mossa dei 5 Stelle

Dalla nuova fiducia alle elezioni anticipate: ecco i 4 scenari della crisi di governo

Le conseguenze sono imprevedibili. Non è possibile affermare con certezza quale piega prenderà quella che ormai sembra assumere le forme di una vera e propria crisi di governo. Non ancora formale, ma che lo diventerà subito dopo il non voto del Movimento 5 Stelle: oggi al Senato i grillini usciranno dall'Aula e non daranno l'ok alla fiducia al decreto Aiuti. Il che verrebbe interpretato come un atto di sfiducia al governo. Motivo per cui il premier Mario Draghi sarebbe pronto a salire immediatamente al Quirinale. Sul tavolo ci sono quattro scenari principali.

Elezioni anticipate

Dalle prime reazioni politiche sembrerebbe che la strada delle elezioni anticipate in autunno sia quella più concreta. Nessun partito la esclude. Lo hanno detto senza mezzi termini fonti della Lega, secondo cui se il M5S non votasse la fiducia "la maggioranza non c'è più". E a quel punto "basta con litigi, minacce e ritardi, parola agli italiani". In sostanza per il partito di Matteo Salvini sarebbe meglio tornare alle urne piuttosto che trovare una tregua di pochi giorni per poi far precipitare la maggioranza nuovamente nel caos totale.

Anche Enrico Letta è andato dritto al punto, parlando dell'opzione elezioni anticipate qualora il Movimento dovesse uscire dal governo: "Non è per ricatto o per ripicca che diciamo che cade tutto e si va al voto. È la logica delle cose". Il segretario del Partito democratico sa benissimo che lo strappo dei grillini sarebbe una pietra tombale non solo sull'alleanza giallorossa, ma su tutto il campo largo auspicato per battere il centrodestra.

Ieri sera c'è stata una telefonata tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini: il colloquio telefonico è servito per serrare le fila, garantendo che il centrodestra di governo (dunque Forza Italia e Lega) "prenderà decisioni comuni" e ribadendo "piena sintonia". Ovviamente Giorgia Meloni spinge per il ritorno alle urne: "Basta, pietà. Tutti a casa".

Una nuova fiducia

Per il Quirinale la responsabilità e la stabilità sono due elementi cardine, specialmente in un momento delicato come quello che sta attraversando l'Italia. Dunque, come scrive Adalberto Signore su ilGiornale in edicola oggi, non è da escludere che il capo dello Stato Sergio Mattarella possa rimandare il premier Draghi alle Camere: se il Movimento 5 Stelle votasse la fiducia allora tutto sarebbe ricomposto e si potrebbe andare avanti.

Ci sono però due variabili. La prima è la volontà di Mario Draghi: sarà disposto a proseguire dopo la linea dura del M5S o si tirerà indietro? Infatti, secondo il Corriere della Sera, il presidente del Consiglio potrebbe formalizzare la richiesta di non essere rinviato alle Camere. La seconda incognita riguarda la Lega: come detto in precedenza, il Carroccio ritiene che l'uscita dei grillini dall'Aula oggi provochi immediatamente la caduta della maggioranza.

Un governo senza M5S

Su tutti Silvio Berlusconi ha aperto alla possibilità di non interrompere la legislatura, dando vita a un nuovo governo anche senza il M5S: "I numeri consentono di continuare a governare in ogni caso". Il leader di Forza Italia fin da subito ha chiesto una verifica di maggioranza per mettere in luce quali e quanti partiti sono realmente disposti a proseguire l'esperienza di unità nazionale.

Anche Matteo Renzi non ha escluso l'ipotesi di un Draghi bis (tecnico o politico): per il leader di Italia Viva l'esecutivo potrebbe andare avanti, con il premier chiamato a scegliere una nuova squadra di ministri di fiducia. "Scrivere le due o tre cose su cui siamo tutti d'accordo e concentrarsi su quelle. Altrimenti, se dobbiamo andare avanti con questa tarantella, meglio andare a votare", è la linea di Renzi.

Un esecutivo "di transito"

Infine, fa notare Open, c'è un altro scenario: un nuovo governo che accompagnerebbe il Paese alle elezioni nel mese di febbraio. Con modalità e formule ancora tutte da scrivere.

Una personalità tecnica, come ad esempio Daniele Franco, potrebbe prendere il posto di Draghi a Palazzo Chigi: così l'attuale ministro dell'Economia seguirebbe i dossier più importanti sul tavolo prima del ritorno alle urne a inizio 2023.

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