C'è una rete in Italia legata a doppio filo ad Hamas che agisce nelle associazioni pro Palestina, nel mondo musulmano, nell'editoria e nelle organizzazioni non governative.
Si tratta di una vera e propria tela al cui centro c'è la figura di Mohammad Hannoun che pochi giorni fa è stato sanzionato dal dipartimento di Stato americano come finanziatore di Hamas.
Hannoun ha fondato diverse organizzazioni in Italia attive da oltre due decenni tra cui l'Associazione di solidarietà con il popolo palestinese (ABSPP), l'Associazione dei palestinesi in Italia (API), Europei per Al-Quds e il braccio mediatico della sua galassia: InfoPal.
Ma i legami tra Hamas e l'Italia sono molto più profondi come emerge da un report realizzato dall'organizzazione non governativa Elnet (presieduta in Italia da Roberta Anati e in Israele da Emmanuel Navon) intitolato «Hamas in Europe» che Il Giornale ha visionato in anteprima.
Nel capitolo dedicato al nostro Paese si legge che «l'Italia è stata una comoda piattaforma per decenni per la raccolta di fondi, l'attività di lobbying e il sostegno indiretto ad Hamas e alle attività legate ai Fratelli Musulmani».
Secondo Elnet «altri attori principali per la loro attività a favore di Hamas sono i colleghi di Hannoun, Sulaiman Hijazi, lo sceicco Riyadh Al-Bustanji, Raed Dawoud e Raed Alsalahat, tutti importanti per le organizzazioni di Hannoun, che mostrano un forte sostegno ad Hamas e alle sue iniziative terroristiche».
L'obiettivo di Hannoun di «lavorare in ambiti civili per far progredire le ideologie islamiste è in linea con la strategia dei Fratelli Musulmani (fonte ideologica di Hamas) che enfatizza la Da'wah o predicazione dell'Islam e l'uso di servizi comunitari per diffondere l'ideologia islamista tra le masse».
Per farlo, tra le varie sigle a cui ha dato vita, le più attive risultano essere la Charity Association for Solidarity with People (ABSPP) fondata a Genova nel 1994 mentre nel 2008 è nata l'Associazione dei Palestinesi in Italia (Api). Entrambe le organizzazioni, a quanto emerge dai rispettivi profili social, hanno sede nella stessa via e condividono un logo simile, in tal senso «alcuni sostengono che questo duplicato sia stato realizzato intenzionalmente» da Hannoun per «distanziare la sua attività dai legami di Abspp». Il movimento giovanile dell'Api, i Giovani palestinesi d'Italia, è molto presente sui social network dove fa proseliti e ha promosso negli ultimi mesi numerose manifestazioni e occupazioni nelle università.
La scorsa settimana è stato tra i promotori del corteo non autorizzato a Roma annunciato con un post su Instagram con scritto «Viva la resistenza, viva il 7 ottobre, intifada fino alla vittoria».
Sempre allo stesso indirizzo di Genova in cui si trovano le due organizzazioni di Hannoun ha sede anche InfoPal, il suo braccio mediatico che è «partner giornalistico» di Quds Press, agenzia di stampa con sede in Gran Bretagna che «promuove informazioni da e interviste con ufficiali di Hamas, comunicati di Hamas, della Jihad islamica palestinese e di altre organizzazioni e individui designati da Israele come affiliati di Hamas».
Nel report di Elnet sono inoltre raccolti post sui social, articoli e dichiarazioni di queste associazioni e personalità in cui si promuove Hamas o figure legate al gruppo terroristico palestinese. Nelle conclusioni si sottolinea come sia «particolarmente allarmante che InfoPal, il braccio mediatico delle organizzazioni di Mohammad Hannoun, promuova liberamente l'ideologia di Hamas e false informazioni su Israele e sulla situazione a Gaza, descrivendo al contempo il proprio lavoro come Palestinian-Italian News».
Da qui la richiesta alle autorità italiane di indagare le realtà considerate vicine ad Hamas nel nostro Paese, un primo
importante passaggio sarebbe già conoscerne l'esistenza e sapere che dietro a organizzazioni che si presentano come semplici sostenitrici della «causa palestinese» si nascondono realtà che hanno legami con un gruppo terroristico.
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