E no, questo doppio rinvio non ci ha proprio portato fortuna, dicono a Palazzo Chigi. Giorgia è «molto irritata» per il caso Pozzolo e studia le misure «più opportune» da prendere nei confronti del deputato con la pistola, colpevole a suo giudizio quanto meno di «una leggerezza pericolosa», ma è anche «serena»: insomma, parliamo di un fatto di cronaca, sia pure rilanciato sui siti di mezzo mondo, e «il governo non c'entra». Intanto, raccontano, «è concentrata» sull'appuntamento di stamattina, «testa sui dossier», pronta a rispondere al fuoco di fila di domande. E meno male che la bufera su Marcello Degni, il magistrato della Corte dei Conti che sperava in un flop della manovra e nell'esercizio provvisorio di bilancio, ha un po' allentato la pressione mediatica.
Saltato il 21 per l'influenza, cancellato il 28 per la sindrome otolitica, oggi è in gran giorno del tradizionale confronto di fine anno con i giornalisti. Le vertigini della Meloni sono ormai sotto controllo, ma la conferenza stampa non si annuncia come una passeggiata di salute. Terrà banco soprattutto la sparatoria di Capodanno a Biella, sulla quale gli accertamenti giudiziari sono appena partiti ma che già hanno provocato delle ricadute sull'immagine di FdI. Quanto meno, su Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, presente alla serata con ferimento di un parente di un agente della sua scorta, i magistrati non hanno trovato nulla da eccepire.
Seconda grana, sicuro argomento di domande, l'inchiesta che coinvolge Denis Verdini e il figlio Tommaso, con il filo che porta a Matteo Salvini, fidanzato di Francesca Verdini. Pure qui la risposta è pronta. L'indagine Anas non coinvolge il vicepremier segretario della Lega ed è iniziata ben prima dell'insediamento dell'attuale esecutivo. Per questa vicenda come per Biella, nonostante gli attacchi dell'opposizione e la richiesta di riferire in Aula, la linea è: il governo non è minimamente coinvolto, quindi non c'è nulla da spiegare.
Altro tema della conferenza stampa, i rapporti con il Quirinale. Dalle riforma costituzionale, con l'introduzione del premierato e una ricalibratura dei poteri del Colle, ai rilievi del presidente che hanno accompagnato la sua firma al decreto concorrenza: «l'ennesima proroga delle concessioni» prevede «un periodo estremamente lungo» e contrasta con le norme Ue. «Il provvedimento - replica Carlo Fidanza, capo delegazione FdI a Bruxelles - sana una disparità di trattamento». Poi l'Europa. Dalla mancata ratifica del Mes, al Patto di stabilità per finire alle alleanze per nominare i futuri vertici della Commissione. Il partito di Meloni sarà disposto a entrare in una maggioranza con i socialisti? E la premier si presenterà alle elezioni?
Sul piano economico, non mancheranno i quesiti sul cuneo fiscale: le nuove regole dell'Unione impediranno di ricorrere all'extra deficit, quindi come si potrà rifinanziare l'intervento? E la riduzione dell'Irpef, che a fine 2024 peserà per 14 miliardi? Poi il Pnrr: l'Italia finora si è dimostrata virtuosa, ha incassato la quarta rata e, primo tra tutti i Paesi, presentato i documenti per ottenere la quinta. Però la spesa effettiva è ancora assai bassa. Come incrementarla? E come pensa il governo di mettere a terra i 12 miliardi di aiuti alle imprese? Quanto verrà destinato ai crediti di imposta? Ancora: che effetti avrà sui conti pubblici il Superbonus? Quanto inciderà sulla nostra economia la revisione al ribasso delle stime di crescita?
E si parlerà anche di giustizia, una riforma che procede a singhiozzo, dell'emendamento sulla pubblicazione dei dettagli delle
intercettazioni che ha scatenato le proteste della Fnsi, di sicurezza, di immigrazione, di guerre, delle scelte di politica estera. Quest'anno l'Italia sarà alla guida del G7: quali sono gli obbiettivi principali da raggiungere?
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