«Deciderà il popolo siriano se diventeremo un nuovo stato islamico. È una scelta del popolo e non di Paesi stranieri». Sono parole di fuoco quelle di Abu Mohammed al-Jolani nell'intervista esclusiva rilasciata ieri al Tg1. L'incontro con l'inviato Rai Leonardo Zellino è avvenuto in un luogo segreto. Al-Jolani, leader dei ribelli che hanno preso il potere in Siria e rovesciato il regime di Bashar al-Assad, è un ex jihadista e affiliato ad Al Qaeda, da cui si è separato anni fa, ma il suo passato non rassicura fino in fondo la comunità internazionale. «Ora siamo ancora in una fase di passaggio dei poteri, poi passeremo alla seconda fase che riguarderà il congresso nazionale generale - ha aggiunto il nuovo leader siriano -. In questo ambito verranno create delle commissioni costituzionali con degli esperti che decideranno che forma avrà lo Stato. Poi sarà sottoposto al giudizio del popolo». Al-Jolani infine fa notare: «Quasi la metà della popolazione siriana vive all'estero e la maggior parte non ha legami giuridici con la madrepatria perché il regime precedente negava questa possibilità, non permetteva di ottenere il passaporto. La Siria ha bisogno di un nuovo censimento. Quando sarà completato saremo in grado di procedere alle elezioni».
La diplomazia però continua a muoversi. Una delegazione statunitense in Siria, la prima dopo il rovesciamento del regime di Bashar al-Assad, ha incontrato Al-Jolani a Damasco. I diplomatici, che viaggiavano su un convoglio di 4x4 immatricolato in Giordania e battente bandiera americana, hanno lasciato l'Hotel Four Seasons nel centro di Damasco senza dare alcuna dichiarazione. L'hotel Four Seasons è diventato il quartier generale dei ribelli siriani. Si tratta del primo gruppo di diplomatici americani a visitare formalmente la Siria da oltre un decennio, cioè da quando gli Stati Uniti chiusero la loro ambasciata a Damasco nel 2012. Loro scopo è pure cercare informazioni su dove si trovi il giornalista americano Austin Tice, scomparso in Siria dal 2012.
Secondo Al-Jazeera, le parti hanno anche discusso la possibilità di rimuovere le sanzioni internazionali contro la Siria e di eliminare HTS, il gruppo di cui è leader Al-Jolani, dalla lista delle organizzazioni terroristiche designate da Washington. La battaglia intanto continua e gli Stati Uniti hanno annunciato di aver ucciso un capo dell'Isis noto come «Abu Yusif» in un raid nella provincia di Deir Ezzor. Anche due giornalisti turchi sono stati ammazzati vicino alla città di Aleppo, da un drone turco mentre coprivano i combattimenti tra la milizia sostenuta da Ankara e i curdi appoggiati dagli Stati Uniti. I due reporter erano Nazim Dastan and Cihan Bilgin.
Sul fronte opposto ci sono nuovi problemi per Benjamin Netanyahu: eviterà di recarsi in Polonia il mese prossimo per la commemorazione dell'80° anniversario della liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz, per timore di essere arrestato.
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