Barcellona e la Catalunya sono cadute da ieri mattina nella trappola di Dana. Il copione è di fatto quello dei giorni scorsi della Comunidad Valenciana: piogge battenti, forte vento e allagamenti. L'unica differenza, non trascurabile, è che i catalani sono stati avvisati per tempo (fin da domenica mattina tramite whatsapp) dell'arrivo della violenta perturbazione.
La situazione è critica: la protezione civile ha emesso un'allerta per la piena del fiume Llobregat, che attraversa l'aerea metropolitana della periferia sud di Barcellona e sbocca a brevissima distanza dall'aeroporto della città. Allerte sono attive anche per altri corsi d'acqua della Catalunya per le forti precipitazioni segnalate o previste nella zona. Almeno 150 litri per metro quadro di pioggia si sono accumulati all'aeroporto di El Prat in poche ore, che equivalgono a un quarto di quanto piove in tutto l'anno, secondo le informazioni trasmesse da Aemet, l'agenzia statale di meteorologia. Buona parte dei voli (anche quelli provenienti dall'Italia) è stata cancellata, con il rischio di una chiusura totale dell'hub.
L'autorità portuale ha informato in un comunicato sui social che le operazioni nei terminal containers sono state interrotte. La linea ferroviaria ad alta velocità funziona a intermittenza. Il 112 ha ricevuto più di 2.600 telefonate di soccorso provenienti in prevalenza da Barcellona, Tarragon, Castelldefels, Gavà, e Baix Llobregat (due le persone messe in salvo dalle loro auto). E pensare che in tutta la zona era stata dichiarata l'emergenza idrica per l'eccezionale siccità prolungata. In serata, nonostante le piogge siano cessate in diversi punti, le autorità hanno chiesto ai cittadini di esercitare estrema cautela e limitare la mobilità.
A Valencia, a una settimana dalla tragedia, procedono le operazioni di soccorso, con quasi 17mila effettivi sul campo, tra militari, guardia civil e polizia nazionale. La mobilità è limitata per l'alto grado di distruzione, e la complessità della situazione richiede parecchia disciplina e pazienza, con lo spettro del rischio epidemie. Si cerca ancora di capire se ci siano vittime nel parcheggio del centro commerciale Bonaire ad Aldaia. «Non è stata ritrovata nessuna vittima dopo aver ispezionato i veicoli nel parcheggio», fa sapere il portavoce della polizia nazionale Ricardo Gutierrez. Squadre d'emergenza dei vigili del fuoco, assieme ai militari dell'unità di emergenza dell'esercito (Ume), sono all'opera da venerdì per svuotare la superfice interrata di 2mila metri quadri, utilizzando droni, kayak e sommozzatori. Restano al momento ancora alcune aree del parking da ispezionare.
Il ministro dell'Interno Grande-Marlaska ha affermato che il bilancio provvisorio dell'alluvione è di 222 vittime, dopo il ritrovamento di 5 corpi sulla spiaggia. Sui dispersi preferisce non sbilanciarsi: «Parlare di 1900 morti è pura suggestione. Ci sono molti casi di familiari che non sono riusciti a contattare i propri cari, ma polizia e guardia civil si sono attivate per vagliare tutte le denunce di scomparsi».
Grande-Marlaska tuttavia viene smentito dall'esercito che fa sapere di aver avuto l'ordine di allestire un sito per accogliere altre 400 salme. Tutto questo perché i soccorritori stanno ora lavorando per svuotare l'acqua nei letti dei fiumi e nel sottosuolo, e questa nuova fase di intervento potrebbe portare al recupero di numerose vittime.
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