Arriva Giuseppe Conte al comando dei 5 Stelle e nasce il primo contromovimento. L’Alternativa c’è, la componente parlamentare formata dai fuoriusciti della prima ora e guidata da Andrea Colletti e Pino Cabras, sta per costituirsi come associazione politica. Si mette, quindi, in rampa di lancio per far nascere un partito. “Sarà un primo momento fondativo. L’obiettivo è quello di attirare tutti i delusi dal Movimento. E sono davvero tanti”, spiega una fonte vicina all’operazione, manifestando ottimismo. Di fatto è quasi tutto pronto per una costituente che evochi lo spirito del purismo grillino.
Al progetto, secondo quanto apprende ilGiornale.it, si sono avvicinati già consiglieri comunali e regionali. Il prossimo passo prevede infatti la partecipazione alle prossime Amministrative, cercando di fare sponda con liste civiche. Così, anche alla Camera, gli incontri si susseguono: gli emissari di L’Alternativa c’è cercano i malpancisti del Movimento, dialogano con loro, parlano della situazione, illustrando tutte le ragioni per staccarsi definitivamente dai 5 Stelle.
Rottura tra i due contromovimento
“Non sono stati calpestati solo i valori degli esordi, ma è stata totalmente smarrita la linea politica. C’è un appiattimento sul Partito democratico e sul governo Draghi. Davvero vi fidate del progetto di Conte?”, è uno dei ragionamenti che fanno gli ex pentastellati ai colleghi. L’intenzione è quella di premere il piede sull’acceleratore e arrivare alla costituzione di un gruppo almeno alla Camera. Perché, come se non bastasse, c’è la concorrenza di un altro contromovimento, che vede in prima linea i senatori, Nicola Morra e Barbara Lezzi, e il deputato Alessio Villarosa, ex sottosegretario all’Economia. Loro puntano, sottotraccia, al coinvolgimento di Alessandro Di Battista, che a settembre deciderà cosa fare della sua carriera politica. Una strategia che non convince i fuoriusciti della prima ora. Il nuovo partito - è il ragionamento - deve mettersi in moto senza immaginare chi entrerà in futuro.
In un clima di grande incertezza, c’è un dato che si consolida: nei capannelli a Montecitorio trapelano i malumori verso Conte. “Che ci fate ancora là dentro?”, è il mantra ripetuto ai disillusi. Parole che vogliono alimentare l’insoddisfazione crescente. Così il monolite del Movimento è sfarinato in varie organizzazioni, una guerra per bande. Eppure, qualcuno fa notare, si potrebbe pensare alla nascita di un unico contromovimento. Sulla questione i diretti interessati replicano: “I contatti sono diminuiti rispetto alle scorse settimane, così come sono calate le possibilità di un’intesa”.
Obiettivo: colpire i 5 Stelle
Al Senato, un punto di disaccordo riguarda l’impiego del simbolo dell’Italia dei valori, dirimente (dal punto di vista regolamentare) per la formazione di un gruppo. Morra e Lezzi preferiscono rinunciarci, mentre il nucleo legato a Colletti è disponibile a stipulare il patto con il partito fondato da Antonio Di Pietro e oggi guidato da Ignazio Messina. Il motivo? La costituzione di un gruppo pure al Senato garantirebbe risorse e personale per provare a lanciare un nuovo partito. E sono tutte tensioni e scosse politiche che lambiscono i 5 Stelle.
“L’obiettivo è quello di indebolire il progetto del Movimento affidato a Conte e prendersi una parte del nostro
elettorato, o ex tale. Odiano più noi che gli avvrsari”, osserva una fonte del M5S. Lasciando intendere che l’assottigliamento elettorale prosegue in maniera proporzionale al fiorire di nuovi soggetti ispirati al primo grillismo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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