L'unica certezza è che nemmeno questa settimana il ddl Concorrenza approderà nell'Aula del Senato. Ora si spera in giovedì 19 Ieri sono saltate due convocazioni della commissione Industria per il voto degli emendamenti, segno che la trattativa tra governo e maggioranza sulle concessioni balneari è ancora in alto mare. A rendere plasticamente la ruvidezza dell'impasse la partecipazione del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, al vertice di Palazzo Chigi tra i tecnici dell'esecutivo e i due relatori, il leghista Paolo Ripamonti e il piddino Stefano Collina.
In realtà, una soluzione sarebbe stata trovata, ma le polemiche scaturite hanno indotto alla retromarcia. I due relatori, infatti, ieri hanno presentato un emendamento che introduceva un'ulteriore fase di transizione per le liberalizzazioni, estendendo il termine delle licenze dal 31 dicembre 2023 alla fine del 2025. Le gare sarebbero state indette «all'esito della mappatura» di tutte le concessioni pubbliche (non solo le balneari). Non essendo stata fissata dal ddl un termine della ricognizione, sarebbe stato impossibile stabilire la decorrenza dei cinque anni per consentire agli attuali concessionari per adeguarsi ai criteri di gara. È subito partita l'offensiva pentastellata. «Un paravento per le lobby che da decenni bloccano le riforme», hanno commentato i senatori M5s in commissione Politiche Ue rigettando «ogni possibilità di proroga, che sarebbe smontata in ogni Tribunale d'Italia come già statuito dalla Cassazione». Il Movimento «cerca solo la polemica: giudicare come un tradimento le modifiche significa essere a digiuno della conoscenza delle prerogative parlamentari, ha commentato il relatore leghista Ripamonti, sottolineando che «fortunatamente anche nel Movimento registriamo posizioni differenti che ci lasciano speranzosi». E su una proposta condivisa si è continuato a lavorare ieri fino a tarda sera.
Un passo avanti, invece, è stato compiuto in tema di concessioni idroelettriche, tema sul quale il Pd è maggiormente sensibile. Le Regioni avranno tempo fino a fine 2023 per avviare le procedure di assegnazione delle concessioni con possibilità di ricorso al project financing. Un'accelerazione resa possibile dall'estensione del golden power alle concessioni idroelettriche definita nel decreto taglia-prezzi.
Tempi allungati anche per le gare in Trentino con le misure relative alle opere. Previsto, inoltre, il passaggio da due a tre anni della possibile prosecuzione dell'esercizio per gli ex-concessionari del servizio idroelettrico.
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