Un altro squillo del Consiglio d'Europa. Dopo l'allarme contro la «profilazione razziale» da parte della polizia italiana, lanciato alla fine dello scorso ottobre, l'organismo europeo - ma non facente parte dell'Unione Europea - interviene di nuovo nel dibattito italiano. Stavolta, quella che il presidente del Senato Ignazio La Russa definisce «inaccettabile interferenza», arriva dal commissario per i diritti umani, Michael O' Flaherty, professore irlandese esperto in diritti umani ed ex funzionario delle Nazioni Unite. O'Flaherty scrive una lettera indirizzata direttamente ai senatori italiani, in cui chiede di «astenersi» dal dare il via libera al disegno di legge sulla sicurezza, al centro delle polemiche anche da parte delle opposizioni. Insomma, il Consiglio d'Europa, organismo non Ue, chiede ai parlamentari italiani di bloccare il provvedimento, a meno che non venga modificato in maniera «sostanziale».
Un aut aut, sostanzialmente. Inviato agli uffici di Palazzo Madama, dove il Ddl è all'esame nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia. Il commissario irlandese teme che la legge «ampli eccessivamente la portata degli interventi statali consentiti nelle assemblee pubbliche, anche contro individui che partecipano in modo pacifico a proteste». «Diverse misure contenute» nel testo «sembrano dirette a prendere di mira specificamente manifestanti ambientalisti», si indigna O'Flaherty, riferito alle proteste ecologiste.
Alla lettera, datata 16 dicembre, ha risposto con un'altra missiva il presidente del Senato La Russa, trasmessa anche al ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e ai presidenti delle due commissioni che stanno esaminando il Ddl, Alberto Balboni e Giulia Bongiorno. «Ho dato indicazione agli uffici del Senato di respingere l'inaccettabile pretesa di O' Flaherty, commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa», si fa sentire La Russa nel pomeriggio, con una nota. «L'ho trovata un'inaccettabile interferenza nelle decisioni autonome e sovrane di un'assemblea parlamentare», precisa ancora il presidente del Senato. «La mia personale opinione è che ho trovato non solo irrituale ma contrario a qualunque principio democratico», l'intervento di O'Flaherty, denuncia ancora La Russa. Che puntualizza: «Trovo inaccettabile che si voglia condizionare la volontà dei nostri senatori di maggioranza e di opposizione durante l'iter di formazione di una legge». Il centrodestra, compatto, segue la linea della difesa delle prerogative parlamentari.
La Cgil, invece, ne approfitta per chiedere il ritiro del Ddl. Per la senatrice del M5s Alessandra Maiorino, La Russa «manca di cultura istituzionale». «La Russa manca di senso delle istituzioni», attacca Carlo Calenda.
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