Un risparmio per le casse dello Stato. Ma soprattutto una revisione dell'impalcatura istituzionale. Infatti l'approvazione del ddl Fraccaro, meglio noto come legge taglia-poltrone, comporta una rivoluzione del sistema di rappresentanza. Ecco cosa cambia.
La rappresentanza
Il primo effetto prodotto dalla legge Fraccaro è la riduzione del numero dei parlamentari. I deputati, da 630, diventano 400, mentre i senatori passano da 315 a 200. Diminuiscono anche i seggi per gli onorevoli eletti all'estero: I deputati passano da 12 a 8, i senatori da 6 a 4. Con questo taglio, ci saranno un deputato ogni 151.210 abitanti (oggi 96.006) e un senatore per ogni 302.420 abitanti (ora 188.424). Inoltre, a livello territoriale, si avrà una contestuale riduzione delle circoscrizioni. Per esempio, alla Camera la circoscrizione Sicilia 1 passerà da 25 a 15 deputati, Lazio 2 da 20 a 12, mentre Umbria e Basilicata passeranno da 7 a soli 3 eletti. Ogni territorio eleggerà un numero minore di rappresentanti. La Regione più colpita è il Friuli-Venezia Giulia, che subirà un taglio del 42,9% dei rappresentanti in Senato, leggermente inferiore - ma comunque considerevole alla Camera (38,5%).
I correttivi futuri
Evidentemente, una riforma di questa portata dovrà essere supportata da diversi correttivi. Va in questa direzione l'accordo stretto lunedì da tutte le forze di maggioranza, finalizzato all'approvazione di una nuova legge elettorale. In base al patto stipulato da Pd, M5S, Italia Viva e Leu, la presentazione del nuovo testo è prevista per dicembre, sempre che nei 3 mesi a partire da oggi - come sancito dall'art. 138 della Costituzione - non venga chiesto il ricorso a un referendum confermativo del ddl Fraccaro da parte di un quinto dei membri di una Camera, cinque Consigli regionali o 500mila elettori. Se non c'è ancora un accordo sul testo che prenderà il posto del Rosatellum, la strada già tracciata dal governo prevede l'avvio entro ottobre di tre riforme costituzionali: modifica della base territoriale di elezione del Senato (da regionale a circoscrizionale come alla Camera), diminuzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del capo dello Stato e rendere uniformi elettorato attivo (18 anni) e passivo (25 anni) di Camera e Senato. Poi, entro dicembre, saranno presentate le modifiche per consentire ai presidenti di Regione di essere presenti in Parlamento quando si discutano leggi sull'autonomia differenziata e la sfiducia costruttiva a Camere riunite.
Risparmi
Infine il capitolo più caro al Movimento 5 Stelle: i risparmi per le casse dello Stato. La riduzione da 630 a 400 deputati porterà un risparmio di 52,9 milioni di euro l'anno, mentre il taglio dei senatori da 315 a 200 farà scendere le spese di 28,7 milioni, sempre all'anno. In totale, dunque, ci sarà un minore aggravio di spese per 81,7 milioni l'anno (408,5 milioni a legislatura).
Cifre che però non sono ancora cristallizzate, visto che l'Osservatorio dei conti pubblici diretto da Carlo Cottarelli continua a sostenere che i risparmi per le casse dello Stato non vadano oltre i 285 milioni, poco più della metà dei 500 citati dal M5S.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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