Il Pd ci riprova e torna all'attacco sul ddl Zan. Senza cambiare una virgola, senza accettare compromessi. A sei mesi dalla sua bocciatura in Senato, i dem hanno ripresentato oggi a palazzo Madama il disegno di legge contro l'omotransfobia. Tale e quale, con lo stesso testo già divenuto oggetto di divisioni e di veti. A suonare la carica sull'argomento, chiamando a raccolta i suoi, è stato lo stesso segretario del Pd, Enrico Letta, che ha parlato di "battaglia mai abbandonata" e di tema fondamentale. Anzi, "fondativo". Allora, da sinistra, avanti tutta, con l'obiettivo di riuscire a spuntarla entro la fine della legislatura.
Partita impegniva, sulla quale Letta ci ha messo la faccia. "Nessun ultimatum, nessuna sfida, nessuna bandiera", ha scandito lo stesso leader dei dem, manifestando la precisa intenzione di "riannodare quel filo spezzato". Ovvero, di ripartire dopo l'affossamento subito dal medesimo ddl l'ottobre scorso. Che lo si voglia o no, di quella sonora bocciatura si dovrà tenere conto e gli stessi promotori del disegno di legge ne sono consapevoli. "Speriamo in un miracolo", ha non a caso auspicato Monica Cirinnà, responsabile diritti del Pd, la quale nella conferenza stampa tenutasi al senato è tornata a chiedere una legge "contro i crimini d'odio".
"Noi vogliamo fare del nostro meglio perché si arrivi a una conclusione positiva con una maggioranza che possa votare il ddl Zan", ha proseguito Enrico Letta, che in merito a eventuali cambiamenti sul testo si è detto possibilista, a patto che non vi siano stravolgimenti. Il tema già nei mesi scorsi era stato oggetto di scontri, di chiusure e di rivendicazioni, col centrosinistra che - impuntandosi - si era rifiutato di apportare alcuni aggiustamenti richiesti dai moderati, di fatto facendo saltare il banco di un possibile accordo.
E ora chissà. Chissà se il dialogo sarà possibile o se preverrà l'ideologia. Le parole di Alessandro Zan non sembrano lasciare troppo spazio alle modifiche. "Questa è una legge che protegge tutte le vittime dei crimini d'odio, l'odio misogino, l'odio abilista, di cui si parla sempre molto poco in questo Paese. Questa è una legge completa che si occupa delle diverse forme di violenza e di discriminazione", ha rivendicato il parlamentare che dà il nome al ddl.
Intanto, la notizia del ritorno del disegno di legge ha suscitato reazioni di ben diverso tenore sul fronte politico opposto. In particolare, il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha bacchettato il Pd per la scelta di ripresentare il medesimo testo, già affossato nei mesi scorsi. "Ripresentano lo stesso testo della legge Zan? Queste sono le priorità del Pd. Ma se errare è umano, perseverare, come si sa è diabolico. Punire più severamente le discriminazioni è doveroso. Introdurre nuove discriminazioni e reati di opinione è una scelta sbagliata, che si confermerà perdente", ha attaccato il senatore azzurro.
Levata di scudi anche da parte del senatore della Lega, Simone Pillon. "Noi abbiamo presentato questa mattina in commissione Giustizia il testo unificato, ddl Pillon, sull'affido condiviso. Ci sono papà che non vedono i figli da mesi, se non da anni. Queste sono priorità o emergenze.
Non ci sono ferite da sanare, ci sono ideologie da imporre vedi l'identità di genere, che porta un uomo a vincere tutte le gare femminili o i bambini nelle scuole da indottrinare con la teoria gender", ha affermato il parlamentare, già volto dell'opposizione al ddl oggi ripresentato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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