"Ddl Zan? Le uniche impronte sul flop sono del Pd"

Mentre Alessandro Zan ancora piagnucola per il verdetto democratico sul suo ddl, Scalfarotto evidenzia come le responsabilità siano tutte in capo al Pd che non ha cercato una mediazione

"Ddl Zan? Le uniche impronte sul flop sono del Pd"

Se c'è una cosa che non manca ad Alessandro Zan è la tenacia: il senatore ha dichiarato che, non appena verrà eletto, presenterà nuovamente il disegno di legge contro l'omofobia, lo stesso che è democraticamente naufragato in Parlamento a causa delle troppe criticità, anche per mano dei tiratori franchi interni al Pd. Ma Zan, negando l'evidenza, pochi giorni fa ha dichiarato che sul fallimento del ddl ci sarebbero a suo dire "le impronte di Renzi". Davanti a queste accuse, a rispondere ad Alessandro Zan è stato Ivan Scalfarotto, sottosegretario all'Interno ed esponente di Italia viva.

"Presentare disegni di legge non costa nessuna fatica. Il tema è che se i disegni di legge non diventano leggi, sono soltanto carta. E la politica che non produce risultati è soltanto propaganda, quella che riesce particolarmente bene a Zan e al Partito democratico", sottolinea oggi Scalfarotto. Il sottosegretario specifica che "se il ddl Zan è fallito è stato perché il Pd, che doveva assicurare i voti in aula per l'approvazione del testo, ha rifiutato cocciutamente ogni sforzo di arrivare a una mediazione e ha deliberatamente scelto di andare sotto in aula, ritenendo più politicamente conveniente la sconfitta che l'approvazione della legge".

Il piagnisteo di Alessandro Zan davanti alla bocciatura del suo disegno di legge, sul quale Enrico Letta si era impuntato senza permettere una discussione e modifiche di compromesso, non trova riscontri nella realtà. Ma nel frattempo il senatore continua ad agitare un fantomatico spettro delle "destre brutte e cattive" che: "diminuiscono i diritti e indeboliscono la democrazia". Anzi, Scalfarotto evidenzia come quella di Zan, finora, sia solo propaganda fine a se stessa e ai propri interessi: "Zan ottiene un posto da capolista grazie a una legge che non ha mai visto la luce".

Il sottosegretario all'Interno di Italia viva, partito che Matteo Renzi ha fatto confluire nel Terzo polo, accusa e attacca non solo Alessandro Zan ma tutto l'impianto del Partito democratico, di cui il senatore fa parte: "Il Partito democratico costruisce il proprio consenso agitando liste di desideri e limitandosi a rappresentare principi ma senza minimamente curarsi della loro concreta attuazione".

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