Nell’ultimo appuntamento televisivo prima delle vacanze, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca lancia, di nuovo, il guanto di sfida al dibattito pubblico a quello che è ormai diventato la sua “nemesi”, il grillino Luigi Di Maio. E ci va giù durissimo contro il M5S prendendosela (soprattutto) con Virginia Raggi: “Irragionevole affidare la soluzione del disastro dei rifiuti a Roma a una signora che è stata per dieci anni consulente dell’azienda di pulizia cittadina, altro che innovazione è una scelta di continuità con quel passato”.
De Luca affonda i colpi: “Luigino Di Maio non vuole fare il confronto pubblico con me. Luigino non è pronto. Vorrei parlargli di tante cose. Innanzitutto abbiamo già avuto una bellissima prova di capacità di governo dei Cinque Stelle a Roma, è stato un trionfo. Quando si sono insediati hanno organizzato un bel picnic, ci sono sono andati con i panierini ad appollaiarsi sugli scranni del Campidoglio a fare una bella festa. Dobbiamo avere misura, non si può chiedere a un’amministrazione appena insediata di risolvere immediatamente i problemi storici della realtà. Però alcuni momenti di gloria, i Cinque Stelle, li hanno prodotti. La prima cosa che ho contestato alla Raggi è l’aver mentito ai cittadini romani: promise di presentare la giunta prima del voto e non lo ha fatto. Avrei proprio voluto vedere cosa avrebbero detto i romani se avesse loro presentato il nuovo assessore all’ambiente, tale Muraro”. E incalza: “Tu, Raggi, per risolvere il disastro dei rifiuti, nomini nientedimeno che una signora che è stata consulente dell’azienda di pulizia di Roma per dieci anni? A me pare che parliamo di cosa non ragionevole. Promettono innovazione e applicano la continuità con il passato. Questo sarebbe il rinnovamento? “
E infine la stoccata-appello a Luigi Di Maio: “Io capisco che il nostro amico Luigino, non abbia voglia di fare il confronto pubblico su trasparenza e onestà, concretezza amministrativa. Nei suoi confronti, contro di lui, ho sempre pronta all’uso un’arma nucleare. Mi basta ripetere in pubblico il suo curriculum. Lo leggo. Steward al San Paolo, manovale, fino ad approdare al nulla, alla dimensione dello sfaccendato: non ha studiato, non s’è laureato, non ha lavorato però si candida a fare il presidente del consiglio.
Di Maio rappresenta l’espressione della “ciucciaria” di cui parlava Eduardo De Filippo. Se mi dà la consolazione di un dibattito pubblico, gli farò i miei complimenti per il trionfo romano, del caso Muraro e gli spiegherò che abbiamo fatto in dieci mesi in maniera tale che possa apprendere qualcosa”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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