Alle intemperanze del governatore Pd della Campania, Vincenzo De Luca, siamo ormai tristemente abituati. Dal lanciafiamme da usare contro le feste di laurea durante la pandemia in poi, è stato un continuo susseguirsi di siparietti infelici. Ed il Coronavirus, certamente, ha contribuito ad accentuare la sua indole insolente.
Il fatto poi che si senta scivolare da sotto il sedere la poltrona di presidente, ha peggiorato le cose. Già in corsa per il suo secondo mandato alla guida della Campania, ha attivato una macchina comunicativa senza precedenti che poco si attaglia al suo stile da Prima Repubblica. Il 71enne De Luca non solo ha comprato un IPhone11, sostituendolo col Brondi del nonno, ma ha messo in moto un sistema di comunicazione per digitalizzare il suo consenso attraverso i social, investendo oltre 2mila euro a settimana per sponsorizzare i suoi grotteschi post.
L'ultima trovata per la sua campagna elettorale lascia letteralmente senza parole: lo staff di De Luca mette in circolazione i dati sensibili e i conti correnti di coloro che ha aiutato con soldi a fondo perduto. Questo conferma perché vorrebbe spostare il voto a luglio: per sfruttare il Covid per motivi elettorali, mettendo in campo un'operazione nella quale ha annunciato, attraverso un bando, un piano di aiuti per professionisti e imprese in difficoltà, accompagnati da una singolare comunicazione nella quale annuncia l'ottenimento del bonus regionale per professionisti (1.000 euro) e imprese (2.000 euro). La lettera termina così: «Era un nostro impegno. Lo abbiamo mantenuto con i fatti, e in tempi straordinari».
Attivisti politici dem vicini a De Luca hanno poi fatto girare su Whatsapp un pericolosissimo elenco di professionisti e imprese in difficoltà, con tanto di codice fiscale, partita Iva e Iban. Dati personali e sensibili che appartengono alla banca dati della Regione e che sono stati fatti circolare in chiave propagandistica mettendo a rischio il futuro di queste persone. Per poter accedere al bando, infatti, non si doveva aver avuto un fatturato superiore ai 100mila euro nel 2019, per cui quell'elenco mette alla berlina anche la capacità produttiva di un'azienda, facendo sapere a tutti quanto fattura, pubblicando al sua appetibilità finanziaria e porgendo così il fianco a potenziali sciacalli.
«Consentire che i dati personali e sensibili delle persone, tutelati legalmente, escano dall'amministrazione rappresenta una falla nella credibilità dell'amministrazione regionale denuncia Severino Nappi¸ presidente del movimento civico Campania il nostro posto e ordinario di Diritto del lavoro È un attentato alla privacy, un furto di dati, che getta soggetti deboli e a rischio, nelle fauci di organizzazioni criminali». Un elenco di beneficiari che hanno bisogno di aiuti con dati molto delicati che li espongono anche al pericolo del fishing da parte di pirati informatici che possono dall'acquisizione di questi dati, pescare sui conti correnti.
Ma lo Sceriffo dal linguaggio pop, le conosce queste cose? «È una stella di latta - conclude Nappi La sensazione è che sia riuscito a raggranellare qualcosa dallo Stato e che l'abbia poi messo in campo per capitalizzare consensi, con soldi pubblici. Il Coronavirus è stata la sua grande occasione di rilancio».
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