
La furia di Del Debbio si abbatte su Massimo Giannini e Luca Bottura. E quando lo storico volto di Rete4 s'arrabbia, Dritto e Rovescio non sono le sole risposte possibili. Fuor di metafora tennistica, c'è anche il buon vecchio vaffa...
La polemica è una coda forse una ciocca - della «tirata di capelli» con annessa scimmiottata all'inviata di Quarta Repubblica Lavinia Orefici da parte di Romano Prodi, a margine della presentazione dell'ultimo libro del «Professore». La questione era al centro del talk di Rete4 condotto da Paolo Del Debbio, che da toscano verace se perde le staffe affonda il colpo. Se n'era già accorta nel 2022 Yulia Vityazeva, giornalista russa dell'agenzia Newsfront, che in collegamento con Del Debbio si lamentò della presenza in studio di bandiere ucraine. «Signora, in questo studio ci sta chi voglio io se voglio io. Se lei ci vuole stare, ci sta. Sennò va a casa ci vediamo dopo la pubblicità», sbuffò il conduttore, prima di sospirare un comunque ben udibile «ma vaffa...».
Giovedì sera a Dritto e Rovescio tiene banco il caso-Prodi. «Guarda te di che mi tocca occuparmi», attacca Del Debbio dopo il servizio sulla vicenda che racconta le reazioni social da sinistra. Tra le altre, due post su X. Quello dell'editorialista di Repubblica Giannini (coautore del libro che Prodi presentava) che definisce il gestaccio dell'ex premier «la lezione di Prodi ai poveri sicari del giornalismo di regime». E quello del giornalista, scrittore e autore tv Bottura, secondo cui «Prodi ha fatto benissimo» perché «era ora che qualcuno desse al retequattrismo la risposta che merita»
Le due reazioni innescano Del Debbio che sbotta: «Volevo dire a Luca Bottura che ha scritto il retequattrismo, lo dica a sua sorella. Non esiste il retequattrismo. Se vuol dire che è qualcosa che non va bene, se lo tenga per sé, perché non se ne fotte nulla nessuno di Luca Bottura. Proprio zero». Poi il conduttore punta «quell'altro piccolo genio di Massimo Giannini che dice: è l'ora di rispondere a questo giornalismo, come se lui fosse Letterman, in Italia», per chiudere con un «ma andate a fare in c*lo, dai», tra gli applausi dello studio e Simona Malpezzi del Pd che si prende la testa tra le mani.
Nel salotto tv di Rete4 la cosa finisce lì, ma il vaffa di Del Debbio ha una coda social dagli esiti diversi per i due «sotto attacco». Per Giannini, l'onta televisiva è il meno. Il post sui «poveri sicari» finisce sbeffeggiato da duemila commenti, quasi tutti più feroci della già sarcastica etichetta di «Letterman wannabe» appiccicatagli dal conduttore Mediaset. Tra foto di Giannini che si inchina a Speranza durante la Pandemia, meme in stile Tafazzi, insulti irripetibili, l'ex direttore della Stampa paga pegno anche su X.
Bottura, invece, si destreggia con ironia. E sempre su X (dove aveva chiarito che il gesto di Prodi, una volta dimostrato che quella alla giornalista non era una carezza, era stato un errore), risponde così: «Anni fa per Gene Gnocchi inventai un personaggio, Eugenio Del Dubbio, che faceva solo sondaggi farlocchi, montaggi falsati, e dava notizie totalmente inventate. Mi dicono che stasera un suo imitatore mi abbia citato. Nulla contro i comici, anzi. Ma le battute si pagano». Qualcuno, nei commenti, ci vede l'annuncio di una querela.
Bottura taglia corto: «Figurarsi se intaso i tribunali per un vaffa». Meglio postare, da coautore di Splendida Cornice, i risultati degli ascolti tv di giovedì: Bottura-Cucciari 7.6%, contro il 6.6 di Dritto e Rovescio. Il tutto condito da «un saluto a Paolino».
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