"Con il decreto Salva-casa compravendite sbloccate"

Il presidente Confedilizia: "Più facile sanare piccole irregolarità formali che ingessano il nostro mercato"

"Con il decreto Salva-casa compravendite sbloccate"
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Avvocato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, voi siete favorevoli al decreto salva-casa che dovrebbe essere approvato questa settimana dal Consiglio dei ministri?

«Il testo, se manterrà l'impostazione illustrataci nella riunione del 4 aprile al ministero delle Infrastrutture, ci trova d'accordo perché è finalizzato a sanare, tra l'altro con pagamenti di somme (il gettito atteso è di 8-10 miliardi di euro; ndr) - quindi non si tratta di un regalo -, situazioni di irregolarità non gravi che non sono dovute ai proprietari né a coloro che si ripromettono di acquistare. Il provvedimento, pertanto, faciliterà le compravendite, gli scambi e le successioni, dunque giova al mercato immobiliare».

Un mercato bloccato dai tassi elevati.

«Sono mancate le compravendite assistite da mutuo sia per l'aumento dei tassi sia per le maggiori restrizioni da parte delle banche nella concessione di finanziamenti. Quindi, il decreto sarebbe positivo. Inoltre, è in arrivo una nuova tassazione patrimoniale con la direttiva Case green. Tutto dipenderà da come e se sarà recepita».

Tornando al decreto, la parte più interessante è relativa alle difformità edilizie interne, cioè gli interventi ordinari o straordinari che hanno comportato delle modifiche che però non rientrano nelle tolleranze costruttive e che perciò risultano abusi. Superare questo ostacolo potrebbe essere decisivo?

«Sì, è proprio questo il punto. Da un lato, si sanano le differenze che si riscontrano tra progetto e realtà. Dall'altro lato, si chiude l'annosa questione della doppia conformità, cioè si dà la possibilità di risolvere quelle situazioni in cui è richiesto che ci sia coerenza sia con la legge dell'epoca dell'intervento sia con la legge attualmente in vigore».

Si potrebbero sanare anche piccoli interventi come nicchie, soppalchi, finestre e balconi, non è vero?

«Ricordando che c'è sempre l'aspetto condominiale di cui tener conto, non si tratterebbe di consentire nuovi interventi, ma di sanare difformità che attualmente bloccano le compravendite».

È anche prevista la facilitazione dei cambi di destinazione d'uso. Anche questa sarebbe una scelta decisiva per dare una spinta al mercato?

«È sicuramente positiva se si faciliteranno cambiamenti che consentano al mercato di seguire la realtà. Gli immobili nascono in un certo modo, ma poi potrebbero essere non più appetibili nella loro funzione iniziale. Pensiamo solo al fatto del minor numero di uffici necessari in seguito ai cambiamenti post-Covid, che possono essere trasformati in qualcos'altro o a tanti locali commerciali sfitti. Insomma, con rispetto della sicurezza, del decoro, dei vincoli storico-artistici e della vivibilità dei luoghi, se si facilita qualche cambiamento azzerando le noie burocratiche, sarebbe un vantaggio per tutti».

Quali sono le proposte che Confedilizia ha avanzato al tavolo del ministero?

«Il tavolo si chiama Piano Casa perché ha la finalità di allargare l'offerta abitativa. Abbiamo chiesto una svolta seria per rimettere in circolo le oltre 100mila case popolari scandalosamente indisponibili, ma pagate dai contribuenti.

E, poiché l'affitto privato garantisce la stragrande maggioranza delle case in locazione in Italia, abbiamo chiesto l'azzeramento dell'Imu per gli immobili locati a canone concordato. In questa maniera si aiuta chi paga un mutuo e svolge una funzione sociale. Costerebbe poco ma renderebbe molto».

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