Il Def alle Camere, 16 miliardi per pensioni e redditi minimo

Dopo un lungo braccio di ferro sulle risorse, il testo scioglie i nodi: 9 miliardi per il reddito e 7 per quota 100

Il Def alle Camere, 16 miliardi per pensioni e redditi minimo

Dopo l'attesa, finalmente il governo ha inviato il Def alle Camere. Di fatto in queste ore frenetiche i provvedimenti entrati nella nota di aggiornamento hanno allertato i mercati e Bruxelles. I punti sostanziali dela Def che annuncia di fatto la manovra sono tre: il reddito di cittadinanza, la flat tax e il superamento della Fornero. Inoltre per il 2019 la manovra sarà al 2,4 per cento del rapporto deficit-Pil per poi scalare gradualmente nei prossimi tre anni. Palazzo Chigi dopo le voci di ritardi degli ultimi giorni ha licenziato il testo e con una nota vengono ribaditi gli obiettivi già rivelati da Salvini, Di Maio, Conte e Tria ieri in conferenza stampa. "Il Def è alle Camere e conferma gli obiettivi, i tempi di attuazione delle riforme e le cifre. Ci saranno oltre 16 miliardi per reddito di cittadinanza e riforma Fornero (quota 100). Previsti 9 miliardi per il reddito e pensioni di cittadinanza e 7 per la quota cento. Le risorse per altre misure, centri per impiego (1 miliardo), flat tax (2 miliardi), assunzioni straordinarie per le forze dell’ordine (1 miliardo), truffati per le banche (1,5 miliardi) sono previste in altri capitoli di spesa", fa sapere una nota della Presidenza del Consiglio. (Clicca qui per leggere il testo integrale del Def)

La risorse per quota 100 e reddito di cittadinanza

Di fatto dunque viene sciolto il nodo sulle risorse da destinare soprattutto a quota 100 e reddito di cittadinanza che avevano dato vita ad un vero e proprio balletto delle cifre nel corso della giornata tra Salvini e Di Maio. In totale per queste due misure verranno messi sul campo 16 miliardi: 9 per il reddito di cittadinanza e 7 per il superamento del reddito minimo. Tria ha già inviato una lettera alla Commissione europea che di fatto illustra il Def. Da Bruxelles fanno sapere che una risposta arriverà nei prossimi giorni, ma solo dopo aver analizzato nel dettaglio il testo della nota di aggiornamento del Def. Insomma il governo si gioca la partita decisiva con l'Europa. E l'esito non è affatto scontato.

"Debito rispetta parametri europei"

Intanto il ministro nel Def cerca di rassicurare proprio l'Europa: "La strategia di politica economica del Governo e quindi quella di affrontare efficacemente questi problemi ponendosi l’obiettivo di ridurre sensibilmente entro i primi due anni della legislatura il divario di crescita rispetto all’eurozona e in tal modo assicurare la diminuzione costante del rapporto debito/PIL in direzione dell’obiettivo stabilito dai trattati europei", si legge nel testo.

Le clausole sull'Iva

Sempre nel Def viene affrontato il nodo spinoso dell'Iva. Gli aumenti non ci saranno nel 2019, ma per il 2020 e per il 2021 ci sarà un aggiustamento delle aliquote: "Il governo ritiene opportuno intervenire sulle clausole di salvaguardia ereditate dal passato attraverso la totale sterilizzazione degli aumenti previsti per il 2019 e la loro riduzione per il biennio successivo. Sarà presentato un piano di intervento volto a sostituire le residue clausole di salvaguardia con interventi di riduzione della spesa e di potenziamento dell’attivita di riscossione delle imposte". Nel documento Tria fa anche delle previsioni sul tasso di disoccupazione nei prossimi tre anni: "Scenderà al 9,8% nel 2018 per poi calare ancora al 9,1% nel 2020 e quindi all’8,6% nel 2021".

Il piano per flat tax, reddito minimo e pensioni

Infine viene data una stima di quanto incidano sul Pil la riforma dei centri per l'impiego, Quota 100 e il reddito di cittadinanza: "Nel 2019 verrà introdotto il Reddito di Cittadinanza e si ristruttureranno e potenzieranno i Centri per l’Impiego. Il Governo ritiene altresì necessario intervenire sul sistema pensionistico così come delineato dall’ultima riforma, che limita il fisiologico turnover nelle risorse umane impiegate, anche allo scopo di rinnovare le competenze necessarie all’innovazione. Si introdurranno pertanto nuove modalità di accesso al pensionamento anticipato.

Nel complesso, le risorse previste per Reddito di Cittadinanza, Centri per l’impiego e pensionamenti anticipati assommano in media a circa lo 0,9 per cento del PIL annuo nel periodo 2019-2021". Insomma adesso il governo dovrà far "passare" la manovra da Bruxelles. La prova più dura che rischia di far saltare il banco...

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