Denuncia per stalking e programma in bilico. Facci: "Sono pretesti"

Il giornalista si scusa per la frase discussa ma ormai contro di lui è partito l'assedio

Denuncia per stalking e programma in bilico. Facci: "Sono pretesti"
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Filippo Facci non intende retrocedere. Conferma che - per parte sua - vuole condurre a settembre il programma su Raidue concordato con viale Mazzini e sostiene di «essere un pretesto per cannoneggiare il governo». Gran parte del mondo politico e giornalistico lo attacca, in primis la segretaria Pd Schlein, ma anche le più importanti voci del mondo femminile e le più alte cariche che sovrintendono alla televisione pubblica: la presidente Rai Marinella Soldi («Commenti inaccettabili») e la presidente della commissione vigilanza sulla Tv di Stato Barbara Floridia che ha chiesto di valutare seriamente se tenere in vita la trasmissione. In più, ieri sono emerse anche questioni giudiziarie a carico del giornalista del quotidiano «Libero» rispetto alla ex compagna. In mezzo ci sono i vertici Rai che sono incappati in un grosso guaio poche ore dopo aver presentato il palinsesto della tv «di tutto, di tutti». Oggi se ne discuterà in cda Rai. A Viale Mazzini i nervi sono tesissimi, anche i consiglieri più vicini al centrodestra non sembrano disposti a farsi passare per poco attenti alle questioni della violenza alle donne. Ma sembra che l'ad Roberto Sergio voglia decidere con calma se cassare o meno il programma, anche per far sbollire le polemiche.

Ferma restando la gravità di alcune parole usate dal giornalista - di cui lui stesso si è dichiarato pentito («non le riscriverei») - nel suo articolo sulla vicenda del presunto stupro di una ragazza di 22 anni da parte di Leonardo La Russa, la questione è diventata esplosiva perché coinvolge il presidente del Senato, perché si è trasformata in simbolo dello scontro tra due modi di vedere la società, maggioranza e opposizione. E tutto questo si rispecchia sulla televisione pubblica, perché da lì passano i messaggi sociali più importanti. Per cui anche un programma di cinque minuti in procinto di essere varato (a settembre, titolo «I Facci Vostri», striscia quotidiana alle 12,55 dopo «I fatti Vostri») diventa un caso nazionale, proprio perché a condurlo è stato chiamato un giornalista - non di destra, ma radicale, come si definisce - che dovrebbe rappresentare una di quelle voci diverse rispetto alla «narrazione progressista» volute dai nuovi vertici Rai per disegnare una tv più «pluralista». Certo è che chi in Rai - il direttore Approfondimento Paolo Corsini - aveva avuto l'idea di portarsi in casa una «patata bollente», un giornalista scomodo, dissacrante, non immaginava di trovarsi sommerso da una caso del genere ancora prima di cominciare.

Per rammentare, la frase incriminata scritta da Facci è: «Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo», frase stigmatizzata dal responsabile informazione del Pd Sandro Ruotolo che ha accusato il giornalista di razzismo, sessismo, fascismo e di «vittimizzazione secondaria» della giovane ragazza presunta vittima di La Russa. L'editorialista di Libero ieri, oltre a tenere il punto ribadendo che «qualsiasi giornalista in questa fase si trova a vivere una specie di ricatto», ha dovuto anche far fronte alle notizie uscite sulla sua vita privata. Notizie che - emerse in concomitanza con le polemiche - sembrano alimentare la visione di un uomo che ha problemi con le donne. Nei giorni scorsi la Questura di Milano gli ha inviato un ammonimento per stalking a seguito delle dichiarazioni della ex compagna e madre dei suoi due figli, con cui i rapporti sono chiaramente complicati. Lui ha precisato: «Questione di pochissimo conto, si tratta di uno scambio di mail.

E poi parliamo di una persona che io ho lasciato per un'altra donna con cui andrò a convivere. Quindi lo stalking non può essere di chi lascia. In più l'ho denunciata anche io perché mi ha messo le mani addosso». Insomma, la questione non è chiusa qui.

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