Margherita Enrico
Esiste una ricerca curata da un biochimico italiano in odore di Nobel che ribalta molti pregiudizi su dieta e digiuno. Lui è Valter Longo, 48 anni, direttore del Longevity Institute della University of Southern California. Il professore in America è famoso come una rockstar e si divide tra l'università di Los Angeles e l'Istituto Firc di oncologia molecolare di Milano, della Fondazione italiana per la ricerca sul cancro (Ifom), dove sta portando avanti studi di frontiera sul potere terapeutico della dieta ipocalorica: poche proteine, pochissimi zuccheri, pesce sì, carne al minimo. Un regime che, alternato dalla Dmd o «dieta mima digiuno» una restrizione calorica con un ridotto contenuto proteico, composta da un mix di grassi, carboidrati e micronutrienti, permette non solo di dimagrire ma aiuta a prevenire malattie cardiovascolari, diabete, obesità, tumori e potenzialmente Alzheimer. Non solo, gli ultimi suoi studi hanno dimostrato anche il suo effetto sulle malattie autoimmuni come la sclerosi multipla. «Il digiuno periodico - spiega - permette di riprogrammare il corpo in modo tale da farlo entrare in una modalità di invecchiamento più lento, ma anche di ringiovanirlo attraverso una rigenerazione che si basa sulle cellule staminali».
Professore, come è possibile che eliminando calorie e proteine per cinque giorni due o tre volte all'anno si possa avere questo effetto?
«La riduzione dell'apporto calorico del 34-54% e delle proteine produce un calo dell'ormone Igf-I e di altri fattori necessari per la crescita durante lo sviluppo, ma promotori dell'invecchiamento e collegati alla predisposizione al cancro. Ma non solo, aumenta anche l'ormone Igfbp-1 e riduce i biomarcatori e i fattori di rischio legati a diabete e malattie cardiovascolari (glucosio, grasso del tronco e proteina C-reattiva), senza influire negativamente sulla massa muscolare e ossea. Inoltre l'organismo torna a non essere resistente all'insulina, principale causa del diabete. Come a 18 anni e i benefici durano per almeno tre mesi. Durante il digiuno le cellule staminali vengono riattivate e quando si riprende la vita normale incominciano a ricostruire organi e tessuti».
È come se facessimo una terapia staminale?
«Molto meglio. È come se stessimo pigiando il tasto reset e fegato, cuore, reni, muscoli in assenza di cibo si mettono in modalità di emergenza eliminando quello che non serve. Quando si riprende a mangiare, il risultato è una ricostruzione molto coordinata degli organi per mezzo delle cellule staminali. È ovvio che non c'è una ricostruzione totale di questi organi».
Cosa bisogna mangiare durante il semi-digiuno?
«Preferisco non dare ricette perché la Dmd improvvisata è pericolosa, ma in generale verdura, poche proteine, tanti grassi buoni (olio extravergine d'oliva e noci sono fondamentali), carboidrati che provengono dalla verdura e nessuno zucchero semplice. Lo schema calorico prevede che il primo giorno si assumano circa 1.000 kilocalorie e nei 4 giorni successivi si scende a 750 kilocalorie».
Secondo l'Ocse gli italiani sono quelli che nel mondo occidentale vivono di più: 82,8 anni, Ma sono anche negli ultimi posti della stessa classifica per un'aspettativa di vita sana. Come mai?
«Il modo in cui ci nutriamo è fondamentale. Dobbiamo renderci conto che un bel piatto di trofie al pesto è un piatto di zucchero. Pasta e pane non vanno aboliti dalle nostre tavole, ma consumati con raziocinio. La gente continua a stare male perché interpreta la dieta mediterranea in modo del tutto personale».
Quali sono gli errori principali?
«Innanzitutto si usano termini errati come mangiare con moderazione o un poco di tutto ed ognuno se li aggiusta come vuole. Per esempio l'aumento di consumo di proteine di origine animale concessi dalla dieta Mediterranea in Italia coincide con un forte aumento dei tumori. Far capire che un consumo eccessivo non va bene è alquanto difficile».
Da un po' di tempo si fa un gran parlare della dieta Lemme basata esclusivamente sul consumo di proteine animali e seguita da molti vip. Cosa ne pensa?
«Ormai sappiamo bene che queste diete sono associate alla perdita di peso, che include perdita di muscoli e acqua, ma anche ad un aumento della mortalità da cancro e malattie cardiovascolari».
La gente dimagrisce...
«Lo sappiamo da 40 anni. La gente dimagrisce principalmente perché questa dieta li porta a mangiare di meno, come vediamo anche nei topi. Eventualmente però la dieta è insostenibile perché siamo programmati per mangiare carboidrati, e quindi il peso viene ripreso tutto».
E nella vita di tutti i giorni? Quale dieta dovremmo seguire per stare bene?
«Bisogna innanzitutto tenere basso l'apporto proteico quotidiano e attenersi ai 0,8 grammi per chilo di peso come raccomandato dalle principali Associazioni mediche e dall'Oms. Evitare proteine e altri ingredienti animali come carni rosse e formaggi e preferire quelle vegetali. Eliminare gli zuccheri raffinati, controllare la quantità di pasta e cereali e preferirli integrali. Si può sostituire il super piatto di pasta da 150 grammi con 40-50 grammi di pasta o pasta integrale e 300 grammi ceci o fagioli cotti più 200 grammi di verdure e 50ml di olio di oliva, con un minimo di formaggio grattugiato sopra.
Questi sono piatti unici che non hanno bisogno di antipasti o secondi. Per le proteine oltre ai legumi meglio scegliere pesce e, infine, non rinunciare a un pugno di noci, mandorle, nocciole con un po' di frutta secca ogni giorno, come dolce».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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