Di sicuro ci sono solo le date del 7 e dell'8 novembre. I giorni in cui il M5s tirerà le somme, con la fase finale degli Stati Generali. Per il resto è ancora tutto un cavillare. Tra regole da scrivere, elenco degli iscritti nelle mani di Davide Casaleggio, parlamentari che si lamentano per il poco coinvolgimento nell'organizzazione delle assemblee territoriali. Negli ultimi giorni si discute degli incontri provinciali e regionali, appuntamento preliminare verso l'evento conclusivo fissato a Roma il mese prossimo. Il reggente Vito Crimi ha annunciato che i facilitatori regionali sono stati già attivati per la preparazione della fase locale del congresso grillino. Il capo politico pro tempore e i rappresentanti della struttura del M5s sul territorio si sono riuniti il 7 ottobre. Si è parlato di questioni procedurali. Ma la maggior parte dei «portavoce» alla Camera e al Senato si sente tagliata fuori dalla gestione di un evento presentato come epocale nella storia del Movimento.
A proposito di Stati Generali, si registra il dietrofront di Alessandro Di Battista. Che fiuta l'aria e prenota un posto all'interno della guida collegiale che, con tutta probabilità, sarà chiamata a pilotare il M5s del futuro. «Io non ho nessun problema a cambiare la figura del capo politico in un organo collegiale», dice in un filmato girato durante un incontro con alcuni attivisti romani, postato dall'ex ministro Barbara Lezzi su Facebook. Ma precisa: «Anche se so che una parte del Movimento lo fa, non per convinzione, ma per timore che possa fare il capo politico io». Dichiarazioni a parte, Dibba sa bene che avrebbe contro la maggioranza dei parlamentari. E aizzare gli eletti alla prima legislatura contro l'ipotesi della cancellazione della regola del doppio mandato si sta rivelando un'arma spuntata. L'ex capo politico Luigi Di Maio sta facendo di tutto per bypassare il problema durante gli Stati Generali. Contemporaneamente sta studiando una soluzione per non perdere chi al prossimo giro non potrà tornare in Parlamento. Di Battista tiene il punto sulla «conferma della regola dei due mandati e della democrazia diretta». E non rinuncia a una mezza stoccata: «È in atto una diatriba interna tra chi vorrebbe proseguire a tempo indeterminato la propria carriera politica e chi combatte la politica professionista».
L'obiettivo dello stato maggiore resta sempre quello di evitare una spaccatura profonda. Ed è necessaria una mediazione con Casaleggio anche per agevolare l'organizzazione delle assemblee territoriali, ancora senza regole certe su chi potrà partecipare. «Teoricamente si può presentare chi vuole, perché l'elenco degli iscritti ce l'ha solo Casaleggio, siamo obbligati a passare da Rousseau», ragionano nel M5s. In una giornata di relativo abbassamento della tensione, l'unica nota polemica è una frase di Di Maio. Che durante Mezz'ora in Più su Rai3 parla di «alleanza programmatica» con il Pd per le comunali del 2021.
E, riferito a Virginia Raggi, già in corsa per Roma l'anno prossimo, dice: «Non mi fossilizzerei sui singoli». In serata lo staff di Di Maio precisa che il ministro degli Esteri sostiene e sosterrà il sindaco di Roma. È la giornata dei dietrofront.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.