Il processo contro Donald Trump a New York è arrivato a un momento cruciale: ieri l'ex avvocato e faccendiere del tycoon, Michael Cohen, è stato grigliato per ore dalla difesa, che sta cercando di screditare la sua testimonianza nel corso della quale ha accusato l'ex presidente degli Stati Uniti di aver falsificato i documenti aziendali per nascondere il pagamento alla pornostar Stormy Daniels prima delle elezioni del 2016, giustificandolo poi come spese legali. Gli avvocati di Trump hanno cercato di dipingere Cohen come un soggetto non credibile e un bugiardo patologico, oltre che un manipolatore arrabbiato con l'ex capo e in cerca di vendetta. Il difensore Todd Blanche ha elencato le bugie passate del fixer e ha anche riprodotto spezzoni del podcast di Cohen che parlavano spesso dell'ex inquilino della Casa Bianca. «Faresti meglio a credere che voglio affondare quest'uomo», ha detto in un episodio del 2020. «Non ho mai chiesto la grazia a Trump, però ne ho parlato con i miei legali», ha confessato Cohen, ammettendo di aver mentito in passato e di assumersi la «responsabilità» delle sue azioni. I legali del tycoon hanno insistito sulla prima versione del 57enne nel 2018, quando aveva assicurato di aver pagato la pornostar di sua iniziativa senza informare il capo.
Rimane incerto se la difesa abbia intenzione di chiamare a testimoniare Trump: lui ha sempre detto di essere pronto, ma per molti esperti legali potrebbe trasformarsi in un boomerang. Per ora, quindi, non è stata espressa alcuna indicazione e, in caso non avvenga, i giurati ascolteranno le argomentazioni finali e delibereranno, con il difficile compito di decidere su un ex presidente, peraltro nel mezzo della campagna elettorale. The Donald è tornato a definire il caso una «interferenza elettorale» da parte di «gente disonesta».
Secondo un sondaggio di Yahoo News e YouGov, tuttavia, cresce la percentuale di americani convinti che Trump abbia falsificato la contabilità per nascondere il pagamento di 130mila dollari a Stormy Daniels. Per la maggioranza degli intervistati - il 52% - l'accusa al centro del processo penale è corretta, prima volta che la percentuale ha superato il 50%: a marzo era al 45% e ad aprile al 48%. Il nuovo sondaggio (10 al 13 maggio) mostra pure un calo nella valutazione favorevole di Trump, dal 45% di marzo al 41% di oggi.
In vista delle elezioni, anche per strizzare l'occhio a molti elettori, il presidente Joe Biden ha declassificato a livello federale, per tutti gli Stati Uniti, la marijuana, che non sarà più considerata droga pesante, passando dal livello Schedule 1 al livello Schedule 3. La Casa Bianca ha ricordato i provvedimenti di grazia o alleggerimento pene già varati dall'Amministrazione per i condannati a livello federale per reati legati alla marijuana.
Il rivale Trump ha chiesto un terzo dibattito su Fox News: dopo i confronti del 27 giugno su Cnn e del 10 settembre su Abc, ne vuole uno sul network conservatore il 2 ottobre.
Kamala Harris ha accettato l'offerta di Cbs per un dibattito fra i candidati alla vicepresidenza in estate. The Donald potrebbe annunciare il suo vice alla convention del Gop di luglio a Milwaukee, Tennessee: «Ci divertiremo», ha promesso.
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