Il disagio in casa Pd per la "primula rossa". "Assenteista in Aula"

Raduna i suoi a Ventotene e diserta ancora il Parlamento. E crescono i malumori

Il disagio in casa Pd per la "primula rossa". "Assenteista in Aula"
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Da Bruxelles a Ventotene, senza passare per Montecitorio. Irraggiungibile, inafferrabile, eterea. Elly Schlein è un mistero perfino per i componenti del gruppo parlamentare del Pd. Lei sbarca sull'isola che fu la culla del «sogno» federalista europeo. Loro annaspano alla Camera, tra sigarette aspirate in fretta nel cortile di Montecitorio, votazioni e passi perduti in Transatlantico. Mentre Schlein riunisce la segreteria a Ventotene, a Roma le sue assenze diventano un caso. «Vacilla l'internazionale nazionalista. Siamo qui a Ventotene per svelare le loro bugie», plana la segretaria all'arrivo sull'isoletta del Tirreno, già confino per antifascisti. Lì, nel 1941, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi idearono il Manifesto «Per un'Europa libera e unita», considerato la scintilla dell'europeismo. La segreteria omaggia la tomba di Spinelli e inaugura il primo circolo Pd di Ventotene nella libreria Ultima Spiaggia. La sezione è intitolata a Ursula Hirschmann, una delle «madri fondatrici» del sogno europeo, anche lei nel gruppo dei federalisti e poi moglie di Spinelli. «Vogliamo un'Europa solidale, non quella dei veti nazionali di Meloni», affonda Schlein. Che parla anche di Pnrr e di un Green Deal europeo, ma dal «cuore rosso». Poi occhieggia a Conte sull'Ucraina: «L'Europa si faccia portatrice di pace». E insomma, «Non c'è una sola sfida su cui si gioca il futuro dell'Europa su cui siano sufficienti gli Stati nazionali». Ventotene è una delle tappe dell'«estate militante» di Schlein, ma al fresco della veranda del rinomato ristorante «Il Giardino», dove la leader riunisce la segreteria del Pd al gran completo per discutere di Pnrr ed elezioni europee.

Nel frattempo alla Camera si esamina la proposta di legge sul voto ai fuori sede. «Oggi poteva venire qua a parlare di questa pdl su un tema a cui la segretaria dovrebbe tenere molto», dice al Giornale un autorevole deputato del Pd di tendenza riformista. E ancora: «A Ventotene poteva andarci di lunedì, che alla Camera di solito non c'è nulla». Schlein è deputata e nel gruppo parlamentare raccontano di un «grande malumore» quando la segretaria non si è presentata in Aula in occasione delle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio Europeo che si è svolto il 29 e 30 giugno. Schlein era a Bruxelles per incontrare i vertici dell'Europarlamento e del gruppo dei Socialisti Europei, di cui fa parte il Pd. Tra i deputati dem fanno notare che il 28 giugno, a Montecitorio, a farla da padrone è stato Giuseppe Conte, «che, bisogna ammetterlo, ha fatto un bellissimo intervento». Il mancato feeling della segretaria con le aule parlamentari è dimostrato dai numeri. Schlein vanta un indice di presenze del 29%, ultima tra i leader dell'opposizione. Con il contagocce anche gli interventi alla Camera: soltanto otto, di cui due su dichiarazioni di voto finali. Una fuga che fa storcere il naso anche ad alcuni esponenti più esperti della sinistra dem, che pure hanno sostenuto Schlein alle primarie contro Stefano Bonaccini. «Sono ragazzi, lasciamoli fare», sbuffa un dirigente del Pd tra i più progressisti.

Mentre ai riformisti non è andata giù nemmeno la partecipazione della segretaria al convegno di lunedì all'Università Roma Tre, con Giuseppe Conte a parlare di salario minimo.

«Così certifica la sua subalternità al M5s, d'altronde lei va solo dove sa che prende gli applausi, è una questione di mentalità», riflette maliziosamente un altro deputato del Pd. Ma la primula «rossa» del Parlamento preferisce Ventotene a Roma.

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