Discalculia, la risposta dei pulcini

Scienza e disagi

Discalculia, la risposta dei pulcini
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«Ma queste ricerche a che servono?» mi dice sempre mia mamma quando le racconto gli studi di alcuni campi della ricerca scientifica. Nella quale, restando in Italia, siamo spesso rimasti in coda. Non sempre però è così. Per esempio, prendiamo Giorgio Vallortigara, neuroscienziato di fama mondiale, che sta al Centro Mente/Cervello dell'Università di Trento, che ha già ricevuto diversi milioni di euro di finanziamenti dall'Unione Europea per l'importanza dei suoi studi. Spesso concentrati sui mini-cervelli, api, pesci, pulcini, per trovare l'origine della coscienza, ciò che è innato nei nostri cervelli (di noi umani e degli altri animali), con buona pace di Jean Jacques Rousseau, che ha sempre pensato nascessimo buoni e fossimo corrotti dalla società (il famoso «mito del buon selvaggio», ancora molto in voga tra chi odia l'Occidente moderno). Questi mini-cervelli sanno già contare, perfino un pulcino appena esce dall'uovo (si legga al riguardo l'ultimo saggio di Vallortigara, il bellissimo Il pulcino di Kant, pubblicato da Adelphi). Ebbene, Vallortigara ha ricevuto l'ennesimo finanziamento, stavolta per un progetto sulla discalculia.

All'inizio avevo letto «discopatia», e ho pensato: ma che, Vallortigara ora è diventato un ortopedico? Invece la discalculia è la difficoltà di molti bambini a comprendere concetti matematici, che si trascinerà per tutta la vita, ma grazie al progetto di Vallortigara sarà possibile utilizzare metodi innovativi di screening, diagnosi precoci e riabilitazione dei bambini affetti da questo disturbo. Insomma, hai visto mamma a cosa serve studiare i pulcini?

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