È l'uomo politico con il più alto indice di gradimento, il suo discorso di fine anno ha scalato persino l'ardua classifica dei video più ascoltati su youtube. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha colpito in positivo anche nel centrodestra con il richiamo a valori tradizionalmente cari al mondo conservatore: l'orgoglio di essere italiani, l'invito a cogliere gli elementi di positività, l'importanza della famiglia, il ruolo degli uomini in divisa e delle Forze armate nelle missioni di pace e nella lotta al terrorismo, la solidarietà da vivere insieme, i complimenti all'Italia silenziosa che non ha mai smesso di darsi da fare, l'esaltazione della cultura della responsabilità e dell'impresa.
Così, anche se i rapporti non sono sempre stati facili, la sintonia con il presidente non è mancata. Piena da parte di Silvio Berlusconi, buona anche con Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia. «È quanto dovrebbe fare la politica, in Italia troppo spesso avvelenata dallo scontro tra fazioni e dal linguaggio dell'odio e del disfattismo» uno dei commenti del Cavaliere sul programma presidenziale. E la Meloni ha parlato di «un discorso di alto profilo, dagli obiettivi ambiziosi».
Poco entusiasmo, invece, in casa Lega, dove ha dominato il contro discorso di fine anno pronunciato da Matteo Salvini. A dire il vero, il segretario aveva provato a invogliare la base la sera del 30 dicembre, durante una festa del partito: «Mi raccomando, il 31 tutti ad ascoltare il discorso del capo dello Stato». Gli è arrivata una bordata di fischi. Il 31 dicembre Salvini, nonostante i richiami religiosi, ha scelto una linea cattivista: «Magari a Capodanno bisogna fare discorsi più melliflui, più incolori, più indolori, più insapori...». Parole che molti hanno interpretato come una critica proprio all'intervento del presidente. In ogni caso, il segretario della Lega non ha diramato alcuna nota pubblica di commento al discorso di Mattarella.
Ancora difficile dire quanto questi diversi atteggiamenti dei leader politici possano contribuire a segnare divisioni all'interno del centrodestra, o almeno a sottolineare quelle che esistono, anche sul futuro politico di Mattarella. È certo che i toni di Berlusconi, nella nota anticipata dal Tg2, sono stati molti positivi, dal momento che il leader azzurro ha parlato di «un discorso augurale», capace di cogliere «le ragioni per stare uniti al di là delle contrapposizioni politiche e per guardare con ottimismo, nonostante tutto, al domani». L'ex premier ha poi sottolineato che proprio come Mattarella, ha sempre creduto e continua a credere «nelle potenzialità del nostro Paese che la politica deve finalmente imparare a valorizzare». Tra gli elementi più apprezzati del discorso, il richiamo alla famiglia, alle Forze armate, alle donne e agli uomini in divisa che a rischio della vita ogni giorno «tutelano la nostra sicurezza, la nostra dignità e la nostra libertà».
A convincere la Meloni sono stati soprattutto il «forte richiamo all'identità italiana», l'«orgoglio per i tanti esempi positivi che ci vengono dai nostri concittadini», la «centralità della famiglia», «la crescita dell'Italia da Nord a Sud» richiamata da Mattarella nel suo invito alla coesione e a ridurre il divario tra il Settentrione e il Mezzogiorno.
Un passaggio decisamente più difficile da applaudire da parte di Salvini, nonostante le ambizioni nazionali della Lega sovranista.
Come dimostrano anche i fischi quando tenta di essere politicamente più corretto, il suo partito rimane a trazione nordista. Le incursioni al Sud non mancano, anche a livello di alleanze elettorali. Ma battere le mani a un discorso patriottico e unitario senza se e senza ma come quello di Mattarella, è tutta un'altra storia.
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