Discovery, la nuova "casa" tv dei progressisti alla prese con tagli, debiti e programmi flop

Il gruppo Warner Bros, proprietario del canale, è reduce da un anno nero

Discovery, la nuova "casa" tv dei progressisti alla prese con tagli, debiti e programmi flop
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Una ristrutturazione dolorosissima, decine di programmi e produzioni cancellati, un kolossal ormai quasi completato come «Batgirl», con un budget da 90 milioni di dollari, rimesso nel cassetto, un indebitamento complessivo di oltre 50 miliardi di dollari, titolo in caduta libera. Soprattutto, migliaia di licenziamenti. Warner Bros. Discovery, la proprietaria di Nove, è reduce da un 2022 «brutale», come lo ha definito la stampa specializzata statunitense. È improbabile, quindi, che la notizia dell'approdo di Fabio Fazio e della sua squadra nella nuova «casa televisiva» dei progressisti italiani, possa fare breccia sulle pagine dei media Usa e risollevare il morale di chi ha perso il lavoro.

Meno che mai, può interessare la coda polemica dell'uscita dalla Rai del presentatore di «Che tempo che fa». Al centro dell'impero (mediatico) hanno ben altro a cui pensare. Non solo un 2022 di lacrime e sangue, appunto, resosi necessario per lanciare una nuova fase di «rilancio e costruzione», come ha sostenuto lo scorso gennaio Gunnar Wiedenfels, chief financial officer del colosso dell'entertainment. Il gigante nato nell'aprile del 2022 dall'acquisizione da parte di Discovery Inc. di Warner Media, ceduta dal gigante della telefonia AT&T al costo di 43 miliardi di dollari, si è scontrato da subito con un mercato difficile, nel quale la corsa all'accumulo di programmi e produzioni tv per costruire un magazzino in grado di competere con gli altri giganti dello streaming, come Netflix, ha portato ad un enorme indebitamento.

La scure dei top manager di Warner Bros. Discovery non ha risparmiato nemmeno la Cnn, il «gioiello della corona» dell'informazione tv, ereditata con l'acquisizione di Warner Media. CNN+, il servizio streaming appena lanciato dalla precedente gestione, è stato cancellato. Del resto, la rete all news ultra liberal è alle prese con una grave crisi di ascolti e arranca dietro alla rivale di segno politico opposto, Fox News. Al punto che, per recuperare terreno nella fascia serale, la più ricca dal punto di vista pubblicitario, dove la fa da padrona l'emittente di Rupert Murdoch, la scorsa settimana è stata costretta a ospitare l'«odiato» Donald Trump. Operazione riuscita, con 3 milioni di spettatori (rispetto agli abituali 500mila), che è però costata alla Cnn una serie di accuse e polemiche. Warner Bros. Discovery si trova anche a fare i conti con lo sciopero degli sceneggiatori Usa. La serrata, in corso dall'inizio di maggio, rischia di paralizzare le nuove serie tv e produzioni cinematografiche, con inevitabili ricadute anche per gli spettatori europei.

Tutto questo, non ha però impedito ai proprietari statunitensi di Nove di accordare lo scorso anno al chief executive officer David Zaslav un compenso di 250 milioni di dollari, di cui tre quarti in stock option - un obiettivo poi fallito a causa del cattivo andamento del titolo. E tuttavia, per il 2023, dopo il «brutale» 2022, Zaslav porterà a casa, oltre al suo salario e agli altri benefit, almeno altri 12 milioni di dollari di bonus.

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