"Discriminazione". Iv interroga il ministro sullo studente di Taiwan

Italia Viva presenta un'interrogazione al ministro dell'Università per il caso dello studente di Taiwan che ha cambiato il modulo dopo l'intervento del docente cinese. Per l'onorevole Marco Di Maio si è trattato di "discriminazione"

"Discriminazione". Iv interroga il ministro sullo studente di Taiwan

Il caso del professore del Politecnico di Milano che ha rispedito al mittente un modulo d'iscrizione di uno studente che si era dichiarato di Taiwan squote la politica che ora chiede interventi. In prima linea sul caso c'è l'onorevole Marco Di Maio, esponente d'Italia Viva, che ha deciso d'interrogare il ministro dell'Università del governo presieduto da Mario Draghi.

L'interrogazione è stata sottoscritta da altri espoenti del partito guidato da Matteo Renzi, ossia da Luciano Nobili, Maria Chiara Gadda, Sara Moretto, Giuseppina Occhionero, Gabriele Toccafondi e Michele Anzaldi. La parola utilizzata da Di Maio è forte: "Discriminazone". Un concetto sul quale il deputato, parlandone con IlGiornale.it, ha continuato ad insistere: "Certo - ha premesso - . Non penso assolutamente sia il pensiero dell’Ateneo, che a partire dal suo rettore non ha certo una impostazione oscurantista. Ma proprio per questo, quello che ha detto e fatto quell'insegnante non può rimanere senza conseguenze: in uno Stato liberale come il nostro, non si può accettare che all'Università si neghi l’identità, la provenienza e le radici storiche dì qualcuno. E tanto meno degli studenti".

Chen Zhen - questo il nome del professore del Politecnico della città meneghina - ha ricordato al suo allievo quale sia lo status geopolitico di Taiwan per la Repubblica popolare cinese e non solo. Chiaro che il momento in corso, con la guerra scatenata alle porte d'Europa ed il confronto sull'ipotesi che il globo terrestre, in funzione di una riedizione delle "sfere d'influenze", possa essere più esacerbato che altri ma tant'è: la questione è rimbalzata di media in media e ora anche Maria Cristina Messa, il capo di Dicastero interrogato, potrà dire la sua in merito all'accaduto.

L'onorevole Di Maio chiarisce quale sia il suo punto di vista sulle collaborazioni tra istituti italiani e Stati esteri come la Cina - argomento tra i convitati dei pietra della discussione giornalistica che è seguita alla bufera - : "Pensare di non collaborare con Paesi come la Cina o la Turchia o l'Egitto - fa presente il parlamentare renziano - , è impossibile. Tuttavia questa collaborazione deve estrinsecarsi solo negli ambiti di interesse economico, commerciale, diplomatico, ma non deve in alcun modo corrispondere a un abbassamento della guardia da parte nostra sulla difesa dei valori liberali e democratici, del rispetto del diritto e delle convenzioni internazionali, nonché sulla richiesta del rispetto dei diritti civili e umani".

Anche le relazioni tra Taiwan e l'Italia vengono prese in considerazione dal punto di vista del parlamentare: "L’Italia - ha continuato Di Maio, con le sue argomentazioni - non riconosce da un punto di vista diplomatico Taiwan, per non urtare la suscettibilità della Cina.

Tuttavia l’Italia ha tutto l’interesse a rafforzare la cooperazione economica, commerciale, industriale e culturale con Taiwan, che è una Repubblica democratica moderna, innovativa, con un pieno riconoscimento di tutti i diritti sociali civili e religiosi".

Vale la pena ricordare come la spiegazione fornita dal professore in sede di Ateneo abbia fatto sì che lo studente cambiasse la provenienza che aveva inserito all'interno del modulo in "Tapei, Cina".

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