Disertare i vaccini non aiuta

Tanti dati e molti colori. C'è chi li spinge di qua e chi di là, come fa il vento. Ma di questi tempi, lo dobbiamo dire, il giallo non ci piace perché segnala che il drago che torna ad avanzare

Disertare i vaccini non aiuta

Tanti dati e molti colori. C'è chi li spinge di qua e chi di là, come fa il vento. Ma di questi tempi, lo dobbiamo dire, il giallo non ci piace perché segnala che il drago che torna ad avanzare: Sicilia e Sardegna potrebbero scendere in questo girone, altre regioni scivolano lentamente, la Calabria mostra sempre la sua fragilità. Si potrebbero fare tanti discorsi e qualcosa si dovrà dire prima o poi sulle terapie intensive che al Sud vanno in affanno alla prima criticità, come sta accadendo in questi giorni. Qualcosa però è evidente a tutti: c'è una diffidenza atavica verso i vaccini in alcune zone del Meridione che ora rischia di colorarsi di nuovo con le tonalità dell'inquietudine. Non siamo nell'emergenza dei primi lockdown, ma non sarebbe corretto sottovalutare le spie che si accendono. Ci sono regioni, come la provincia di Bolzano a trazione tedesca, in cui a paure antiche si sovrappongono ideologie No Vax che non tollerano il dubbio.

Ma c'è una mappa dei ritardi nella campagna di vaccinazione che sembra coincidere almeno in parte con questa risveglio del giallo dove avremmo voluto un bianco accecante.

Non si può vivere, almeno su questo versante della vita ai confini della scienza, di dogmi ma qualche numero può aiutare a capire. La Sicilia, come ci spiegano i dati, è seconda nella classifica dei non immunizzati: il 39,2 per cento degli abitanti non ha ricevuto nemmeno una dose. La Calabria è terza al 37,7 per cento, in testa al partito degli scettici o degli indecisi c'è la Provincia di Bolzano al 40,8 per cento. La Sardegna che pure rischia la retrocessione di fascia, veleggia più o meno a centro classifica con un 32,5 per cento di non vaccinati. La Lombardia è quella messa meglio con un sorprendente 29 per cento che ribalta i guai, le lungaggini e i pasticci degli inizi.

Come si vede, non c'è automatismo fra il numero dei vaccini e quello della propagazione del virus, ma certo le Regioni più sguarnite nella campagna di contrasto sono ora fra quelle più esposte, sulla prima linea del Covid. Si possono sottolineare eccezioni e fare distinguo e si possono avanzare anche obiezioni pertinenti sulla sicurezza - chiamiamola così - delle dosi che vengono somministrate, ma non è lecito spargere indifferenza, o peggio veleno, contro le iniezioni, alimentando storiche insicurezze o lontani luoghi comuni.

Si può discutere e si deve verificare tutto, si acceleri, se si può, l'arrivo dei salivari per chi sceglie di non seguire la via maestra tracciata dalle autorità. Ma preferisce, almeno per il momento, il faticoso percorso a slalom fra i tamponi.

Ma i colori di queste ore dovrebbero far

riflettere chi pensa di cavarsela mettendosi in un angolo. Soprattutto per quelle fasce di età che alla roulette dell'epidemia offrono solo o quasi caselle arancioni e rosse. La ragionevolezza non ha mai i colori della diserzione.

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