Divieti e restrizioni per altri 50 giorni. Lombardia in "rosso". E la scuola è un caos.

Il nuovo Dpcm in vigore da domani: conferma lo stop agli spostamenti tra Regioni e il coprifuoco. Niente sci fino al 15 febbrario, palestre e piscine chiuse fino al 5 marzo. Oggi il monitoraggio, a rischio anche Emilia e Sicilia.

Divieti e restrizioni per altri 50 giorni. Lombardia in "rosso". E la scuola è un caos.

Cinquanta giorni in apnea. Con la speranza (con la «s» minuscola) che dopo si possa tornare a respirare. Il Dpcm varato ieri ha scolpito quello che il decreto legge licenziato mercoledì sera, in piena tempesta politica, aveva disegnato. Regole rigide, che condannano gli italiani a settimane e forse mesi di sacrifici. Sperando che una curva dei contagi tenuta a bada e una campagna vaccinale efficiente ci riconsegnino una primavera di libertà.


UN DPCM PER 50 GIORNI
Tutte le nuove norme in esso contenute entrano in vigore domani e lo saranno fino al 5 marzo. L'unico spiraglio riguarda il divieto di circolazione tra regioni a prescindere dal loro colore, che è stato confermato soltanto fino al 15 febbraio, quando eventuali miglioramenti potrebbero restituirci il potere di muoverci. Naturalmente resta salvo il diritto di spostarsi per motivi documentabili di lavoro e di salute e per urgenze. È inoltre sempre garantito il ritorno nella regione di residenza. È consentito lo spostamento in un'altra abitazione privata una sola volta al giorno, a sole due persone (a parte disabili e under 14) dalle 5 alle 22 e all'interno dello stesso comune (nelle regioni arancioni o rosse) o nella stessa regione (zone gialle). Prorogato fino al 30 aprile lo stato di emergenza. Viene confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina, l'obbligo di indossare le mascherine in qualsiasi situazione (salvo le rare deroghe) e di rispettare le misure di distanziamento, il divieto di asporto per i bar dopo le 18 (ma non per i ristoranti). Resteranno ancora chiuse palestre, piscine, cinema e teatri. Per i musei si sta valutando la possibilità di un'apertura nei soli giorni feriali e nelle sole regioni gialle. Gli impianti da sci resteranno chiusi fino al 15 febbraio


TRE REGIONI IN ROSSO
Questo per le misure nazionali, che si applicano alle regioni gialle. Un minore grado di libertà si avrà nelle regioni che di volta in volta, in base al monitoraggio settimanale, avranno parametri peggiori e che saranno «condannate» da un'ordinanza del ministero della Salute a «indossare» colori più scuri. Con un Rt superiore a 1 si entra in fascia arancione, con un Rt superiore a 1,25 si finisce in quella rossa. Ci si potrà però trovarse in zona arancione anche solo con un rischio alto sulla base dei 21 criteri. Esiste anche però il caso opposto: se una regione per tre settimane è a basso rischio e con meno di 50 casi ogni 100mila abitanti, finisce nell'area bianca in cui vigono specifici protocolli molto meno restrittivi. Secondo il ministro della Salute Roberto Speranza, però, c'è da aspettarsi dal monitoraggio di oggi «un RT più alto, potrebbe sfiorare 1,10, la settimana scorsa era 1,03». Probabile che Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia finiscano in rosso e che una decina di regioni in tutto escano comunque dalla fascia gialla. Questi cambiamenti cromatici avrebbero comunque effetto da domenica. In base al dato da noi calcolato sulla base dei dati aggiornati ieri, le regioni con un numero di contagi settimanali superiore ai 250 per 100mila abitanti sono Friuli-Venezia Giulia (385,42), Veneto (337,44), provincia autonoma di Bolzano (276,36), Emilia-Romagna (273,45) e Sicilia (261,52). La Lombardia è a 151,60.


SCUOLA, CHE PASTICCIO
Sembra quasi una presa in giro: i ragazzi delle superiori in Lombardia potranno tornare parzialmente in classe da lunedì 18 gennaio, anzi no. Il prefetto di Milano, Renato Saccone, in accordo con gli altri prefetti lombardi e con la direttrice dell'Ufficio scolastico regionale Augusta Celada, ha dato il via libera all'attuazione del decreto del Tar della Lombardia che ha sospeso l'ordinanza regionale che imponeva, fino al 24 gennaio, la didattica a distanza al 100 per cento. Via libera quindi alle lezioni in presenza, anche se dare attuazione già oggi al pronunciamento del tribunale amministrativo era impossibile. Ma ovviamente su tutto questo grava il colore della Lombardia. Se resterà giallo o al massimo arancione, tutti in classe. Se invece come sembra la regione diventerà rossa, come non detto, e ancora didattica a distanza.

Si attrezza anche il Lazio che in vista della riapertura delle scuole di lunedì (che in questo caso non dovrebbe essere in discussione visto che questa regione sembra destinata all'arancione), ha provveduto a potenziare il servizio dei trasporti pubblici, che potranno essere riempiti fino al 50 er cento della capienza.

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