Dnipro e Donetsk, altri raid contro i civili. E Putin: "Produrremo nuovi missili"

Dnipro e Donetsk, altri raid contro i civili. E Putin: "Produrremo nuovi missili"
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Ancora una volta a pagare il prezzo più alto per la guerra sono i civili. Un attacco russo ha colpito un condominio a Dnipro, come denuncia il presidente ucraino Zelensky: «Un missile russo ha colpito direttamente un condominio. Quattro piani sono stati distrutti. Tre persone ferite». Il bilancio è ovviamente del tutto provvisorio ma l'ennesimo attacco da parte dell'esercito di Mosca, offre a Zelensky una nuova occasione per chiedere una protezione più efficace: «Continuiamo a ricordare a tutti i nostri partner che solo una quantità e una qualità sufficienti di sistemi di difesa aerea e la determinazione del mondo possono fermare il terrorismo russo. Abbiamo bisogno di queste decisioni. Abbiamo bisogno di uno scudo aereo affidabile per l'Ucraina». Non solo Dnipro, tre civili sono rimasti uccisi nel Donetsk dopo alcuni attacchi russi che hanno colpito edifici residenziali.

La risposta di Vladimir Putin è invece ancora più aggressiva. Il presidente russo infatti ha detto che la Russia dovrebbe iniziare a produrre missili a corto e medio raggio, con una gittata compresa tra 500 e 5.500 chilometri, che sulla base di un trattato sugli armamenti con gli Stati Uniti (ormai superato) erano stati banditi. «Sembra che dobbiamo iniziare a produrre questi sistemi d'attacco», ha confermato Putin.

Mentre dalla Danimarca arriva la notizia che i primi 50 militari ucraini hanno completato il corso di addestramento tecnico sui caccia F-16, mentre altri cinquanta dovrebbero iniziare dopo l'estate, il tema pace resta in agenda anche se in concreto sembra sempre più distante. Zelensky spiega di essere al lavoro per un nuovo piano che porti a una «pace giusta». «Non vogliamo prolungare questa guerra e dobbiamo raggiungere una pace giusta il più rapidamente possibile. Il nostro piano sarà presentato in un nuovo vertice di pace», ha spiegato il leader ucraino, ipotizzando anche una presenza russa al tavolo.

Ma di contro, il vice ministro degli Esteri di Mosca Serghei Ryabkov insiste: «Non ci sono alternative alle proposte del presidente Vladimir Putin per la pace in Ucraina», le stesse proposte che rappresenterebbero una resa e per questo ritenute inaccettabili da Kiev e da tutto l'Occidente.

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