Docenti esonerati dal servizio per sentire Travaglio sulla guerra nel centro sociale occupato

Il paradosso di un convegno a Roma dell'Osservatorio pacifista. Ospite il giornalista: ascoltarlo varrà come formazione scolastica

Docenti esonerati dal servizio per sentire Travaglio sulla guerra nel centro sociale occupato
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Introduzione: questo articoletto si è scritto praticamente da solo grazie a una email inviata in redazione dall'amico Domenico di Sanzo e così titolata: «Docenti esonerati dal servizio per Travaglio al centro sociale». Travaglio era scritto maiuscolo, a scanso di equivoci. Una volta aperta l'email, il titolo si esplicitava in questo modo: «Paradosso pacifista a Roma. Docenti esonerati dal servizio per ascoltare Travaglio al centro sociale», cui seguiva una spiegazione articolata quanto basta: «Un evento intitolato La scuola italiana va alla guerra?, organizzato dall'osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, fondato tra gli altri dai sindacalisti di base dei Cobas, con Marco Travaglio come ospite d'onore. Il tutto rientrante nella formazione docente. Quindi il personale scolastico che deciderà di partecipare è esonerato dal servizio per tutta la giornata. Pagato per ascoltare le opinioni sulla guerra di Travaglio nel centro sociale Spin Time Labs, occupato illegalmente da dieci anni, perennemente sotto la spada di Damocle di uno sgombero».

Qui finisce l'email di Domenico di Sanzo, una meraviglia di sintesi che da sola basterebbe (infatti è bastata) e qui purtroppo comincia la necessità di allungare il brodo giornalistico che consiste nel ripetere più o meno le stesse cose ma con parole nostre, con l'aggiunta di qualche dettaglio e di qualche innocente battutina esplicativa.

Intanto: non possiamo neanche scuotere la testa per dire che «solo a Roma ecc. ecc.» perché il convegno è itinerante, e l'Osservatorio contro la «militarizzazione delle Scuole e delle Università» (che evidentemente corrono il rischio di essere militarizzate, qualsiasi cosa voglia dire) è in tournée e ha già registrato varie tappe isole comprese, tipo Sicilia e Sardegna. Quindi siamo già in grado di rispondere alla domanda-chiave del convegno: «La scuola italiana va alla guerra?». Risposta: no, ma non va neanche a scuola, perché tra occupazioni e manifestazioni e convegni vari l'istruzione sta sventolando bandiera bianca. Bianca, s'intende, come la colomba della pace che svetta sul volantino del convegno, un mattone che durerà dalle 9.00 alle 18.00 perché altrimenti non potrebbe vantare la dicitura «Il corso rientra nell'ambito della Formazione docente, tutto il personale scolastico è esonerato per tutta la giornata dal servizio ai sensi del Ccnl vigente», compresi, specificano, i precari della scuola. Un'altra regola di questi convegni istruttivi (nel senso di istruirsi saltando la scuola e il lavoro, che però agli insegnanti è pagato lo stesso) è che tutto non si traduca in volgari rivendite merceologiche: il fatto che tre dei relatori siano autori di libri sulle guerre li esonererà ne siamo certi, soprattutto nel caso di Travaglio dal presentarsi ciascuno coi propri volumetti da dedicare e monetizzare. Travaglio comunque si presenterà dopopranzo e poi via come una colomba. Saggisti e scrittori a parte, gli altri sono un docente di sociologia a Catanzaro, uno di antropologia a Reggio Calabria, un prete, e gli altri sono tutti interni all'Osservatorio contro la Militarizzazione (maiuscole nel testo) senza contare le non titolate moderatrici.

C'è anche un sito internet dove si enfatizza ogni occupazione scolastico-pacifista e dove tra i propositi, quelli dell'Osservatorio, spicca «opporsi al razzismo e al sessismo di cui sono portatori i linguaggi e le pratiche belliche, allontanare dai processi educativi le derive nazionaliste, i modelli di forza e di violenza, l'irrazionale paura di un nemico (interno ed esterno ai confini nazionali) creato come capro espiatorio». La correlazione tra questa scuola e la creazione di capre (espiatorie non sappiamo) pare il punto nodale.

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