Carlo Voce è un avvocato giuslavorista di Firenze. Ha 58 anni ed è il padre di Martina, la 21enne accoltellata dall'ex a Oslo. Ha voluto raccontarci lo sgomento provato quando ha saputo che ad accoltellare sua figlia era quel ragazzo così amorevole che aveva conosciuto.
Come sta sua figlia?
«Ha superato un collasso avuto in mattinata. Non è ancora completamente fuori pericolo, ma reagisce bene».
Immagino sia sedata...
«Mi hanno detto che non la svegliano per evitare che muovendosi possa danneggiare i punti di sutura che le hanno messo all'interno. La tengono tranquilla. La risvegliano piano piano per vedere se reagisce. Non vogliono che mi veda per paura che possa emozionarsi troppo».
Le va di fare un passo indietro per cercare di capire insieme le cause?
«Quando sono stato avvisato e mi hanno detto che l'aggressore era il suo ex fidanzato non potevo crederci. Non poteva, quel bravissimo ragazzo che io avevo conosciuto, essere arrivato a tanto».
Martina quando si è trasferita ad Oslo?
«A luglio di due anni fa. Insieme siamo andati a scegliere l'università dove ha conseguito un master in informatica l'anno dopo. Tramite amici ha trovato lavoro perché nonostante mi occupi di lei, vuole la sua indipendenza».
Il fast food dove è avvenuta l'aggressione?
«Sì, quello. Inizialmente Martina è entrata come esperta informatica, poi è diventata store manager proprio per il suo carattere aperto, simpatico. Ci sa molto fare».
Quando ha conosciuto l'ex fidanzato?
«Poco dopo il trasferimento. Lui faceva l'informatico nel più grande studio legale di Oslo già da qualche anno. Un ragazzo serio, studioso».
Convivevano?
«Sì, da fidanzati sono andati a vivere insieme da lui».
Lei lo ha conosciuto?
«Sono andato quattro volte a trovarli. Ho passato molto tempo con loro. Abbiamo anche fatto una crociera nei fiordi».
Che impressione ha avuto di questo ragazzo?
«Le posso dire la verità? Io faccio l'avvocato, il giuslavorista. Ho 58 anni e dalla mattina alla sera devo capire a fondo le persone, anche attraverso l'intuito. Credo di avere esperienza. Se lei mi chiede se io avrei mai pensato che quel ragazzo sarebbe potuto arrivare a tanto, le rispondo di no. Nemmeno per un secondo».
Nessuna sensazione negativa?
«Da escludere completamente. Al di sopra di ogni sospetto».
Come si comportava con Martina?
«Benissimo. Era dolce, bravo. Forse un po' possessivo».
In che senso?
«Le stava sempre attaccato. Quando Martina voleva uscire con le cugine o voleva fare qualcosa da sola, lui ci rimaneva male. Mi sembrava però una gelosia amorevole».
Poi Martina decise di lasciarlo...
«Non lo amava più. Lui non ha accettato la fine di questa storia. Nonostante Martina lo avesse bloccato su tutti i dispositivi, riusciva sempre a trovare il modo per contattarla. Era diventato molto pressante al punto che consigliai a mia figlia di denunciarlo».
Martina lo fece?
«No. Mi disse che non se la sentiva perché aveva paura che non avrebbe più potuto lavorare in uno studio legale. Mi disse non voglio rovinarlo».
Cosa ha saputo dell'aggressione?
«Martina stava lavorando quando lui è entrato nello store, ha aspettato che lei si trovasse in un angolo appartato e le è piombato addosso. L'ha fatta cadere e ha iniziato ad accoltellarla da terra. A quel punto i colleghi sono intervenuti. Uno ha afferrato da dietro l'aggressore tentando di bloccargli le braccia e ferendosi a sua volta con il coltello. Un altro collega è stato spinto e nella caduta si è rotto una spalla. Nella colluttazione l'aggressore è stato raggiunto da una coltellata alla gola e adesso si trova in coma all'ospedale».
Martina?
«Ha subito circa cinque trasfusioni. In terra c'era una pozza di sangue impressionante. Ha preso una coltellata che pare dalla tempia fino sotto l'occhio. Una le ha colpito all'interno l'orecchio e scende verso il collo. Una quindicina sulle braccia, ha anche un polso rotto. Tre dietro la testa, una dietro la schiena che ha toccato il polmone, una in fondo alla schiena».
Se potesse incontrare l'aggressore cosa gli direbbe?
«Che
non me lo sarei mai aspettato. Con tutto il bene che gli abbiamo dato, non capisco perché ci abbia voluto fare così del male. L'amore con una persona può finire e devi accettarlo. Nulla può giustificare una tale violenza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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