Ci sono frasi che segnano una inchiesta, che restano nell'immaginario collettivo a fare da simbolo di un epoca. In attesa di meglio, l'inchiesta di Perugia sull'allegro esame di italiano di Luis Suarez è tutta nella frase con cui il calciatore uruguaiano tranquillizza la professoressa che di lì a poco deve esaminarlo, e che gli ha mandato per filo e per segno le domande che gli farà: «Stai tranchilla porché io lo estudio in l'avion».
La prof, che si chiama Stefania Spina, riferisce la frase a una collega il giorno prima dell'esame che doveva certificare la dimestichezza con l'italiano del calciatore. «Ho dovuto fa' lezione a quest'alunno eccellente sudamericano - racconta- che lui me parlava in spagnolo praticamente perché lui ce provava a parla' italiano... lui guarda era A1 preciso, un principiante assoluto».
Il giorno dopo, al momento dell'esame, il «principiante assoluto», livello A1, diventa miracolosamente un B1, quasi un madre lingua. Merito, scrive il giudice perugino Giancarlo Frabotta, di un «esame farsa», «organizzato e fissato in fretta e furia per il 17 settembre con l'apposita istituzione di una sessione straordinaria ad personam». «Le conversazioni - si legge nell'ordinanza di sospensione per i vertici dell'Università di Perugia -attestavano in maniera esplicita ed inequivocabile come il tutto dovesse avvenire attraverso la formale costituzione di una seduta di esame ad hoc» e soprattutto «mediante la consegna all'interessato del materiale sul quale il calciatore sarebbe stato esaminato». Il piatto forte dell'ordinanza è la conversazione tra il direttore generale dell'università, Simone Olivieri, e l'avvocato torinese Maria Turco, in cui il legale garantisce che il trattamento riservato a Suarez garantirà all'ateneo nuovi clienti bianconeri: «L'estrema disinvoltura mostrata da Olivieri per il caso Suarez spinge l'avvocato Turco ad affermare che l'Università per stranieri di Perugia sarà un punto di riferimento della Juventus per altri possibili casi futuri analoghi». «Io mi permetto poi se in futuro ci sono altre situazioni di appoggiarmi a voi», assicura la legale, «su questo ci tengo». Ed è dal telefono di Oliveri, rivelatosi una miniera di notizie, che spunta anche una chiacchierata significativa tra il dg e la rettora Grego Bolli: «La conversazione è di estrema importanza in quanto dimostra il pieno coinvolgimento nella costruzione della sessione d'esame ad hoc per Suarez della stessa rettrice Giuliana Grego Bolli, consapevole dell'interessamento della Juventus».
Infine, il capitolo che riguarda il ministro dei trasporti Paola De Micheli, interrogata dai pm per spiegare perché si diede da fare per aiutare Paratici a ottenere la cittadinanza di
Suarez. Ha spiegato che è anche lei di Piacenza come il manager juventino, che lo mise solo in contatto col Viminale. «Con l'esame non c'entro», fa sapere ieri. Ma i ministri sono pagati per procurare passaporti ai compaesani?
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