Domestico ucciso, prima del delitto il ladro in caserma (e rilasciato)

Il gambiano aveva cercato di entrare in un'altra casa. Sorpreso su un balcone, ma non aveva rubato

Domestico ucciso, prima del delitto il ladro in caserma (e rilasciato)
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In Italia dal 2007, dov'era finito a ingrossare le fila già importanti degli «Msna», i minori stranieri non accompagnati e dove cinque anni più tardi, nel 2012, ha ottenuto un regolare permesso di soggiorno per motivi di lavoro per esercitare in qualità di domestico in provincia di Como, a Bulgarograsso, il gambiano 28enne Dawda Bandeh (nella foto, ndr) resta per molti versi un enigma. Non è facile infatti per gli investigatori dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico (Upgs) della questura, ripercorrere le tappe degli anni più recenti trascorsi nel nostro Paese dall'immigrato centrafricano che nella tarda mattinata della domenica di Pasqua - durante un tentato furto a Milano in una villetta all'angolo tra via Giovanni Randaccio e Andrea Massena, nella zona residenziale intorno all'Arco della Pace - ha strangolato il domestico filippino 61enne Angelito Acob Manansala. Il filippino, che in quel momento era l'unica persona presente nell'abitazione di proprietà di un manager israeliano di 52 anni, si è trovato davanti il ladro al suo ritorno dalla passeggiata con i due cani della casa. Proprio in quei minuti di assenza, e come testimoniano i filmati delle telecamere di sorveglianza, infatti Bandeh ne aveva approfittato per entrare nell'abitazione dal piano rialzato e mettersi alla ricerca di qualcosa da rubare. Dopo l'omicidio il gambiano sarebbe quindi rimasto in casa con il cadavere fino alle 18, quando è stato scoperto dal padrone di casa, rientrato insieme alla figlia 17enne dopo una settimana di ferie. Cosa abbia fatto il gambiano in quel considerevole lasso tempo al momento non è dato saperlo. «Potrebbe anche semplicemente aver dormito», spiegano gli investigatori della questura che nel passato di quest'uomo hanno trovato solo un piccolo precedente, risalente al febbraio 2019 quando, sempre nel Comasco, venne fermato per guida in stato di ebbrezza, gli fu ritirata la patente e venne multato per 3mila euro. Da allora quel che si sa di Bandeh è che la residenza che fa capo al suo permesso di soggiorno, sempre in provincia di Como, risulta di fatto fittizia perché proprio dai controlli della polizia e anche per sua stessa ammissione, l'immigrato è a tutti gli effetti da tempo un senza fissa dimora e vive dove capita.

La sua escalation criminale milanese è iniziata sabato mattina in via Crema, in zona Porta Romana. Lì il 28enne si era arrampicato sul balcone di un'abitazione e aveva rubato un ombrello e un paio di jeans lasciati all'aperto dai proprietari. La chiamata al 112 ha generato l'intervento degli agenti delle Volanti che lo hanno denunciato a piede libero per furto. Domenica mattina, poi, prima del blitz nella villetta, un uomo lo aveva scovato alle 5.

45 sul suo balcone, in fondo a via Melchiorre Gioia (stazione Centrale): all'arrivo dei carabinieri era stato portato in caserma, ma visto che non aveva rubato nulla, se l'era cavata con una denuncia per violazione di domicilio. Nessuno poteva immaginare che quel ladro maldestro poche ore dopo si sarebbe trasformato in un assassino. Ora si attendono le sue dichiarazioni al gip durante l'interrogatorio di garanzia in carcere.

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