Donald e la Casa Bianca: il jolly del Medio Oriente per ribaltare i pronostici

Il tycoon è in crisi di consensi. Ma l'annuncio di ieri potrebbe cambiare gli equilibri del voto

Donald e la Casa Bianca: il jolly del Medio Oriente per ribaltare i pronostici

New York. Donald Trump si gioca la carta del Medio Oriente per rilanciare la sua candidatura alla rielezione. Nel momento forse più complicato della sua presidenza, a meno di tre mesi dal voto del 3 novembre, il Comandante in Capo ha annunciato su Twitter una «enorme svolta».

«Storico accordo di pace tra due nostri grandi amici, Israele ed Emirati Arabi», ha scritto, rivelando l'intesa tra i due paesi che porterà alla piena normalizzazione delle loro relazioni diplomatiche.

Ecco spiegato perché, poco prima, il premier israeliano Benyamin Netanyahu aveva interrotto la riunione di gabinetto dedicata al coronavirus dicendo: «Ci sono in ballo questioni di interesse nazionale».

È stato proprio il tycoon ad illustrare l'accordo alla Casa Bianca, alla presenza di alcuni suoi stretti collaboratori, tra cui il genero-consigliere Jared Kushner, architetto del piano di pace Usa per il Medio Oriente.

«Un grande passo, una svolta storica», ha esultato Trump. Per lui, alle prese con difficoltà interne, si tratta di una grande vittoria politico-diplomatica, che potrà cavalcare in chiave elettorale cercando di uscire dal fuoco incrociato di critiche sulla gestione del Covid-19. E con cui punta a risalire nei sondaggi che lo danno indietro rispetto al rivale.

Nel documento congiunto postato da Trump su Twitter si dice che Usa, Israele ed Emirati hanno «concordato per la piena normalizzazione delle relazioni tra Israele e gli Emirati stessi». «La storica svolta diplomatica farà avanzare la pace in Medio Oriente» e le delegazioni dei due paesi «si incontreranno nelle prossime settimane per firmare accordi bilaterali» su numerose iniziative.

E Israele ha accettato di sospendere l'annessione di parti della Cisgiordania in cambio della normalizzazione dei legami con gli Emirati Arabi Uniti.

Peraltro, come ha spiegato il segretario di stato Mike Pompeo, la cerimonia per la sigla dell'accordo di pace potrebbe svolgersi alla Casa Bianca. Così come fecero i presidenti americani Jimmy Carter e Bill Clinton quando Israele normalizzò i rapporti con l'Egitto e con la Giordania.

«Siamo fiduciosi che questo passo coraggioso sia il primo di una serie di accordi che mettano fine a 72 anni di ostilità nella regione», ha sottolineato il titolare di Foggy Bottom, ribadendo come l'intesa abbia un «potenziale simile» a quello degli accordi di pace tra Israele ed Egitto, Giordania, e «la promessa per giorni migliori nell'intera regione».

La firma, secondo i media statunitensi, potrebbe avvenire nelle prossime settimane, ma in ogni caso sarà sicuramente prima delle elezioni, per far sì che la grande vittoria diplomatica di The Donald rilanci la sua corsa per la conquista del secondo mandato.

Peraltro, l'intesa punta a rafforzare il fronte anti-iraniano nell'ambito della triangolazione tra Usa, Israele e blocco sunnita.

Proprio nelle stesse ore, la notizia che all'Onu il Consiglio di Sicurezza si sta preparando a votare la bozza di risoluzione americana per estendere l'embargo sulle armi nei confronti di Teheran.

Una mossa che secondo fonti diplomatiche è destinata a

fallire a causa dell'opposizione di Russia e Cina, ma che potrebbe essere seguita da una eventuale apertura di Trump se rimarrà nello Studio Ovale. «Se sarò rieletto - ha assicurato - farò un accordo con l'Iran in 30 giorni».

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